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Viticoltura: per Doc Sicilia e Assovini la parola d’ordine è ‘sostenibilità’
di Antonio Schembri

Si chama SOStain ed è il nuovo programma per una vitivinicoltura virtuosa portato avanti dall’omonima fondazione recentamente ‘battezzata’ dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia e da Assovini. L’obiettivo è promuovere una produzione basata sui principi della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Di fatto un protocollo che nasce dal basso, dalle esigenze dei produttori per i produttori.

Un’iniziativa che si distingue per il suo complesso disciplinare, approntato da un comitato scientifico indipendente, composto da 5 esperti, che dovranno rispondere al fabbisogno delle aziende in materia di ricerca e innovazione.

Le pratiche che questo organismo andrà ad esaminare vanno dalla misurazione dei consumi di acqua e dell’impronta carbonica al controllo del peso della bottiglia; dalla salvaguardia della biodiversità floro-faunistica alla valorizzazione del capitale territoriale; dal risparmio energetico alla salute degli agricoltori e dei consumatori.

Il consiglio direttivo della Fondazione SOStain è composto da 5 produttori, in rappresentanza del mondo del vino siciliano: per le cooperative ci sarà Giuseppe Bursi, presidente della Cantina Settesoli, le grandi aziende verranno rappresentate da Letizia Russo, mentre quelle piccole, orientate verso un’agricoltura naturale e biodinamica, dalla produttrice ragusana Arianna Occhipinti.  Espressione delle aziende di famiglia, saranno Tasca d’Almerita e Planeta.

Presidente del Consiglio direttivo è Alberto Tasca d’Almerita, da tempo impegnato nello sviluppo di un modello di gestione sostenibile per il settore vitivinicolo dell’Isola: “Questo obiettivo è ormai imprescindibile, servono perciò regole chiare e una ricerca strutturata per l’implementazione delle soluzioni migliori.” – afferma –  Con questo approccio ci occuperemo non solo di agricoltura ma di gestione aziendale a tutto tondo. Vogliamo promuovere un modello applicabile non solo al settore vitivinicolo ma a tutte le organizzazioni pubbliche e private. Ciò che sta avvenendo in Sicilia, da ormai non pochi anni, è una vera e propria rivoluzione culturale: abbiamo imparato a lavorare facendo sistema, a confrontarci su temi diversi utilizzando il contradditorio non più come presa di posizione ma come crescita reciproca. Lavorare insieme sul bene comune, pur con identità diverse, è un moltiplicatore del benessere collettivo”.

Sulla stessa linea Antonio Rallo, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia: La nascita della Fondazione è SOStain Sicilia è uno step importante, anzitutto perché la sostenibilità è un punto di forza naturalmente insito nel vino siciliano. La Sicilia ha il vigneto biologico più grande d’Italia, un’enorme ricchezza varietale e ormai più del 75% della superficie vitata viene coltivata praticando drastiche riduzioni dell’uso di fitofarmaci. Abbiamo voluto questo strumento proprio per incentivare ancora di più le cantine a ridurre gli impatti sull’ambiente. Sarà un percorso di certo impegnativo ma decisivo per il futuro del nostro territorio”.

Soddisfazione condivisa anche da Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia, l’associazione che riunisce 91 aziende apicali della produzione vitivinicola siciliana e che ospiterà la Fondazione SOStain presso la sua nuova sede: “Siamo certi che servirà a sviluppare una solida progettualità collettiva e di lungo periodo, indipendente dagli orientamenti strategici dei singoli. Il futuro del vino siciliano non può che puntare a una crescita basata sulla sistenibilità”.

La fondazione è adesso pronta a accogliere tutte le aziende vitivinicole del territorio siciliano accomunate dall’intento di perseguire uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e socialmente equo. “Puntiammo- coclude Tasca – a far coincidere SOStain con un specifico marchio, da apporre sulla bottiglia a testimonianza di tale sforzo”.

 

 

 

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