(di Angela Sciortino) Al Vinitaly di Verona la Sicilia è ben rappresentata, ma non è certamente la delegazione più numerosa. È preceduta dall’affollatissima Toscana (715), dal blasonato Piemonte (643) dal Veneto (515), ma anche dalla Lombardia (262) dalla Campania (253) e dal piccolo, ma solo in termini di estensione, Friuli (212).
Le 190 aziende siciliane presenti al Vinitaly 2018, tra le più importanti fiere di settore in Europa, sono quasi tutte nel padiglione 2. Nei 3 mila metri quadrati di quello che storicamente Verona Fiere ha sempre riservato all’Irvos, l’Istituto regionale del vino e dell’olio, che per la prima volta quest’anno non è coinvolto nella regia della partecipazione delle cantine siciliane, ci sono le 147 aziende vitivinicole che fanno capo alle tre associazioni di produttori che hanno contrattato lo spazio espositivo con VeronaFiera. Le stesse che, forti di un finanziamento di 960 mila del Psr per la promozione sui mercati nazionali, hanno concertato con l’Assessorato regionale all’agricoltura (che ha speso altri 240 mila euro) le modalità di partecipazione e le iniziative da svolgere all’interno del padiglione 2. Così Providi e Vitesi partecipano con 60 aziende, Assovini con 44 e il Consorzio Etna Doc è presente con 43. Fuori da questo spazio altre 43 cantine che sono dislocate prevalentemente nel padiglione 8 dedicato ai vini bio e a quelli artigianali.
Nell’area business dedicata agli incontri con buyer e giornalisti provenienti da tutto il mondo il primo importante dato riferito al successo del vino siciliano è il trend in forte crescita delle Doc. A cominciare dalla Doc Sicilia: «Una crescita incredibile», secondo Kerin ?O’Keefe, italian editor della prestigiosa rivista statunitense Wine Enthusiast, che ha condotto la masterclass dedicata a un pubblico selezionato di winelovers, giornalisti specializzati e buyer “Discover the world of Sicilia Doc”, l’appuntamento di apertura degli eventi organizzati al Vinitaly dal Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia. Merito, secondo O’Keefe, del recupero «di molti vitigni autoctoni, dell’impegno nella promozione e della tutela dei prodotti della Doc Sicilia».
«La Doc Sicilia – ha raccontato O’Keefe ai selezionati ospiti della sua masterclass – ha raggiunto l’incredibile successo di un +124 per cento di imbottigliato rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso. Le previsioni per il 2018 parlano di 60 milioni di imbottigliato contro i 29,5 dell’anno scorso». «Ma è merito anche delle aziende vitivinicole che, grazie alla Doc Sicilia, hanno compreso che fare sistema è la strada vincente per ottenere grandi risultati, in Italia e all’estero», ha detto Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. Comunque non cresce solo la Doc Sicilia: «Non va dimenticato come l’unica Doc che rappresenta l’isola – ha sottolineato Rallo – abbia condiviso il trend di crescita anche con le altre doc territoriali».
Di come va il vino, almeno quello di qualità, sono contenti un pò tutti: «La Sicilia rappresenta una delle regioni d’Italia più significative. Non solo dal punto di vista della quantità del vino prodotto ma soprattutto per la crescente qualità media che ormai ci proietta tra le aree del Paese con il più alto appeal per appassionati ed addetti ai lavori, giornalisti e buyer» – ha affermato l’Assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera durante l’incontro con i giornalisti in cui è stata presentata la partecipazione della Sicilia all’importante kermesse veronese.
E per meglio comprendere come si sta evolvendo il mondo del vino in Sicilia basta dare un’occhiata ai numeri della crescita qualitativa e quantitativa del comparto fatto di 23 Dop (1 Docg e 22 Doc e di 7 Igp/Igt. Negli ultimi anni la produzione dei vini Doc, che prima interessava una piccolissima percentuale della produzione totale regionale, è aumentata in maniera consistente, così come il quantitativo di prodotto confezionato, sia Doc che Igt. Si è passati dai quasi 130 mila ettolitri certificati a Doc nel 2012 ai circa 483 mila certificati nel 2017 e, sempre nel 2017 tra Doc e Igp sono stati confezionati circa 1,7 milioni di ettolitri, equivalenti a 226 milioni di bottiglie.
La crescita è dovuta sia all’aumento di alcune Doc come la Docg “Cerasuolo di Vittoria” e le Doc “Etna”, “Malvasia delle Lipari”, “Menfi”, e “Vittoria” ma, soprattutto, è dovuta al riconoscimento nel 2012 della Doc “Sicilia”, che è venuta a qualificare una consistente produzione. Nel 2017 la Doc su base regionale ha raggiunto quasi il 70% del quantitativo totale certificato e, nei primi mesi del 2018 ha continuato la sua ascesa; dal 1 gennaio al 25 marzo 2018 sono stati emessi 674 certificati di idoneità per 377 mila ettolitri di vino Doc “Sicilia”; mentre nel medesimo periodo del 2017 ne erano stati emessi 297 certificati per poco più di 123 mila ettolitri. Primo trimestre 2018 in crescita anche per altre Doc che dal 1° gennaio al 25 marzo hanno registrato volumi crescenti rispetto l’anno precedente; Doc “Etna” (+26,6%), “Noto” (+91,1%) e “Vittoria” (+252,4%). Per tutte le Doc, quindi, i quantitativi certificati al 25 marzo hanno fatto registrare un incremento del +169,7%.
Rinnovando una consuetudine avviata lo scorso anno, anche per quest’edizione del Vinitaly la Regione Siciliana ha premiato le start up del vino e dell’olio. Sono sei nuove aziende vitivinicole (Vigna Nica Barcellona Pozzo di Gotto, Me; Vigneti Vecchio Castiglione di Sicilia, Ct; Sorelle Zumbo Castiglione di Sicilia Ct; Mongibello 33 – Conti Castiglione di Sicilia, Ct; Baglio Bonsignore Naro, Ag; Vite ad Ovest Marsala,Tp) e due del comparto olio extravergine d’oliva (Rachele Ingrillì Mirto, Me e Marianna Turrisi San Mauro Castelverde, Pa) che si sono affacciate sul mercato chiudendo la filiera.
Dieci i diplomi conferiti agli “Ambasciatori del vino siciliano” ovvero ristoratori, enotecai, importatori ed addetti ai lavori a vario titolo, che con la propria attività hanno contribuito a promuovere e valorizzare le migliori produzioni dell’Isola: Giuseppe Prezzemolo Prezzemolo & Vitale Londra, Regno Unito; Flaviano Gelardini e Raimondo Romani Gelardini & Romani Wine Auction Hong Kong, Cina; Luca Torre Divino Corporation Osaka, Giappone; Luca Cavallari Spazio Italia Pechino, Cina; Alfredo Srour Franco-Suissa San Paolo, Brasile; Franco Marchese Tuttovino LLC California, Usa; Luigi Bucca B13 Brasserie Bertrange, Lussemburgo; Jeff Porter Batali & Bastianich New York, Usa; Corrado Falco Gallo Nero e Osteria i Vigneri Amburgo, Germania.
Nel corso della cerimonia di apertura del Vinitaly, inotre, è stato premiato il vignaiolo marsalese Antonio Barraco, che l’Assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera, ha individuato come “Benemerito della vitivinicoltura italiana”, dopo un attenta valutazione tra le figure che si sono contraddistinte per avere maggiormente contribuito a promuovere e valorizzare la cultura vitivinicola siciliana.