Se la viticoltura in Sicilia è sinonimo di cultura e tradizione, i vini siciliani sono oggi prodotti di alta qualità, apprezzati ovunque.
Ad oggi sono più di cento i vitigni autoctoni selezionati e catalogati. Dall’estremità occidentale della regione, le province di Trapani, Palermo e Agrigento, rappresentano il perfetto connubio tra grandi vini, borghi ricchi di storia e mare, dal Doc di Monreale e Alcamo con le cantine di Marsala fino ad arrivare alla zona dell’Etna, oggetto di continui investimenti in campo vitivinicolo, dove si contano altre importanti capitali della viticoltura, a cominciare dalle isole a Nord di Catania, le Lipari, patria della celebre Malvasia.
In uno scenario così prospero però quella del 2023 è stata una delle annate più difficili per il mondo del vino. L’impennata dei costi di produzione è stato l’inizio di uno scenario drammatico. Tra peronospora, incendi e le alte temperature i produttori hanno registrato profonde perdite, l’uva in molti casi è stata persa.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato i 6 miliardi di euro in Italia“. Lo scrive Coldiretti un un comunicato. “Il caldo anomalo di inizio anno ha sconvolto la natura con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature e la perdita dei raccolti“. Coldiretti sottolinea gli effetti del fine anno bollente e senza precipitazioni, dopo un autunno che si è classificato come il più caldo mai registrato dal 1800, con una temperatura superiore di 2,1 gradi la media storica.
In quasi tutto il territorio regionale i danni sono stati molto rilevanti con percentuali che vanno dal 25% al 95% della produzione. In provincia di Agrigento è stato stimato un danno di 161.523.480 milioni di euro, di contro abbiamo Caltanissetta con 1.703.760 milioni. I danni stimati dagli Ispettorati agrari per singole province mostra un quadro abbastanza negativo.
Il grido dei produttori non manca e i politici hanno fatto da eco alla richiesta di aiuto.
“Davanti a problematiche come il cambiamento climatico o l’aumento vertiginoso del costo delle materie prime bisogna mettere in campo risposte significative e che diano certezze agli agricoltori. La crisi del comparto vitivinicolo va affrontata con serietà“. Così Domenico Venuti, sindaco di Salemi.
Disco verde all’Assemblea regionale siciliana alle norme, inserite dal governo nella legge di Stabilità regionale, a sostegno del comparto agricolo. Venticinque milioni in due anni di aiuti diretti in favore dei vitivinicoltori, il governo Schifani porta a casa un risultato importante approvando la Finanziaria.
“Una crisi che non può essere trasformata in uno scontro politico in quanto si parla di un settore che rappresenta una grande fetta dell’economia“. Il cambiamento climatico e gli eventi atmosferici estremi, come le eccezionali ondate di maltempo e i picchi di temperature sono ormai realtà e il nostro sistema agricolo non può non tenerne conto. “Davanti al disastro della vendemmia 2023 non possono bastare, quindi, le promesse vaghe del governo regionale. La politica deve attuare uno scatto in avanti, promuova dei tavoli con gli esperti e si impegni ad affrontare il problema organicamente“.