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Vigna del Gallo, un progetto Consorzio Doc Sicilia-Unipa riporta il vigneto sul piano di Sant’Erasmo
di Angela Sciortino

orto botanico - vigna del gallo

(di Angela Sciortino) A fine ‘700, dove sorge adesso l’Orto Botanico di Palermo, c’era un vigneto. Era la Vigna del Gallo dei duchi Archirafi. Presto nello stesso luogo, ma su una superficie decisamente più contenuta tornerà la vigna. In un fazzoletto di terra quadrato con il lato lungo 15 metri, nelle vicinanze della “Serra delle Succulente”, verranno coltivate in regime di agricoltura biologica in due ceppi per ciascuno dei biotipi delle varietà autoctone siciliane: Grillo, Catarratto, Zibibbo, Nero d’Avola, Perricone e Frappato. 

Il progetto, battezzato “Vigna del Gallo”, frutto della collaborazione tra l’Orto Botanico del Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo e il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, è stato presentato lo scorso 26 ottobre nella sala Lanza dell’Orto, mentre in contemporanea si svolgeva la rassegna botanica “Zagara d’Autunno”.

L’idea alla base del progetto di Università di Palermo e Consorzio di tutela vini Doc Sicilia è di far rivivere la vigna, acquistata dalla Regia Accademia degli Studi di Palermo nel piano di Sant’Erasmo. L’Orto Botanico sorge infatti su una piccola porzione delle terre della “Vigna del Gallo”, possedute dal duca Ignazio Vanni d’Archirafi, proprio accanto alla pubblica Villa Giulia sorta nel 1777. 

Il progetto della “Vigna del Gallo” si inserisce nelle attività che il Consorzio sta portando avanti nel valorizzare le varietà autoctone della Doc Sicilia. «Far coesistere le diverse varietà siciliane di viti in un unico spazio dell’Orto botanico di Palermo – che rappresenta una delle più importanti istituzioni accademiche italiane – è una testimonianza dell’importanza che attribuiamo alla conservazione della biodiversità», ha dichiarato Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia.

Le fasi del progetto verranno coordinate da Paolo Inglese, docente di frutticoltura e direttore del Centro Servizi Sistema Museale dell’Ateneo di Palermo, sulla base di un accordo di collaborazione scientifica sottoscritto con il Consorzio di Tutela della Doc Sicilia. Il progetto sarà seguito da Rosario Schicchi, docente di botanica presto l’Ateneo di Palermo e direttore dell’Orto Botanico, da Manlio Speciale, il curatore dell’Orto. «Immaginare il ‘ritorno’ della vite in quella che fu la “Vigna del Gallo” – spiega Paolo Inglese – significa non solo lasciare un segno tangibile del passato del luogo, ma anche riconoscere e far conoscere una delle più importanti matrici di biodiversità del Mediterraneo come quella della vite in Sicilia. Ed è un altro elemento di apertura del Sistema Museale e in questo caso dell’Orto Botanico, alle più importanti realtà istituzionali ed economiche in Sicilia».

Il terreno prescelto per la coltivazione della “Vigna del Gallo” ha ospitato, in passato, una piccola collezione di Poaceae. Nello spazio destinato ad ospitare la “Vigna del Gallo” le viti avranno una collocazione trasversale, in modo da renderle immediatamente visibili a chi si avvicinerà percorrendo il viale che costeggia la “Serra delle Succulente”. La zona scelta per impiantare la “Vigna del Gallo” è ben soleggiata e nei pressi di alcuni gradini dove i visitatori si siedono spesso. All’ingresso, un pannello ad illustrare il progetto così da rendere agevole l’identificazione dei vitigni. Nelle immediate vicinanze resteranno, nei lati esterni della grande aiuola, un esemplare di Annona Cherimola, una pianta da frutto tropicale, e alcuni cespi di canna da zucchero, altra antica coltivazione siciliana.

«La scelta è caduta su quest’area perchè è da sempre destinata a collezioni connesse con l’utilità delle piante», ha spiegato Manlio Speciale. Il progetto rientra perfettamente nella missione dell’Orto Botanico che oltre a studiare e verificare l’ambientamento delle diverse specie botaniche a prescindere dalla loro utilità, ha anche il compito di trovare l’utilità delle piante. La zona dedicata al vigneto da conservazione si trova nel settore sperimentale: è infatti adiacente alle piante medicinali di alloro, mirto, menta, alle officinali, da sempre fondamentali e utili all’umanità.

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