(di Angela Sciortino) Borgo Callea, piccola frazione del comune di Cammarata nell’Agrigentino, nel giorno dell’Ascensione che quest’anno cade nel primo fine settimana di giugno, festeggia la Beata Vergine Immacolata. Quest’anno, però, il Comitato organizzatore dei festeggiamenti del borgo rurale costruito durante il ventennio fascista nel cuore della valle del Tumarrano, prova ad arricchire questa storica festa religiosa con un appuntamento più complesso che faccia da richiamo non solo per la gente del luogo.
E così la tradizionale all’interno della Festa del Tumarrano in onore della Madonna, si inserisce la “Festa del Grano”, un nuovo evento dedicato al prodotto che rappresenta, insieme ai derivati del latte (bovino anzitutto, ma anche pecorino), l’economia del comprensorio agricolo agrigentino.
«Nell’organizzare questo che consideriamo il “numero zero” della festa – spiega Dino Zimbardo, vicepresidente dell’associazione culturale e religiosa B.M.V. Immacolata – ci siamo posti un obiettivo ambizioso: fare in modo che diventi, oltre che una festività religiosa, anche un appuntamento agricolo e gastronomico non sono per gli abitanti del luogo e un richiamo per visitatori curiosi della cultura contadina e dei prodotti tipici di un comprensorio che è il secondo polo cerealicolo-zootecnico dopo quello di Ragusa».
Così l’1 e il 2 giugno a Borgo Callea ci sarà per gli agricoltori la fiera di macchine ed accessori per l’agricoltura e per i golosi quella dei prodotti tipici. Il sabato è previsto il convegno intitolato “Il ciclo del grano: fonte di vita prospettive future e sostenibilità” alla fine del quale, dopo le conclusioni tratte dall’assessore regionale Roberto La Galla, è prevista una degustazione sul tema agrifood e plastic free curata dallo chef Rosario Matina.
«Il servizio del catering curato dai ragazzi dell’istituto alberghiero di Mussomeli è rigorosamente senza plastica: solo foglie di vite e di fico come piatti e pale di ficodindia e foglie di zabàra (Agave, ndr) come piatti da portata», spiega il cuoco originario di Cammarata che per l’occasione ha messo a punto un piatto insolito che vede il grano locale utilizzato tal quale proprio come fosse un risotto e dai colori (bianco e azzurro) che ricordano la protagonista della festa e cioè la Vergine Maria. Oltre al grano duro ((varietà Kore) lo chef userà l’estratto di cavolo viola per dare il colore, e condirà il tutto con una fonduta di formaggi locali e del finocchietto selvatico.
Ai formaggi del Tumarrano, tra cui anche il Pecorino di Masso, lo chef Matina ha previsto di associare due tipi di impasti per pizza “a facci di vecchia” fatti con la farina di grani antichi. Uno nero di Zubbì (Perciasacchi) al carbone, l’altro con farina di Maiorca (grano tenero) e farina di ceci.