“La sugar tax è basata su un principio discriminatorio e questo è il primo motivo per cui ne chiediamo l’abolizione”. Il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio ha aperto i lavori del convegno La filiera delle bevande analcoliche, rischi e opportunità di Assobibe in collaborazione con Confagricoltura, che si è tenuto oggi a Cibus, concentrandosi su un argomento centrale per la federazione, la cui battaglia non si è ancora conclusa. Si tratta di quella contro la sugar tax, la tassa sugli zuccheri che, secondo quanto stabilito dal governo, dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio 2022.
“La sugar tax – ha spiegato Vacondio – parte dall’assunto che esistano cibi salubri e cibi insalubri per cui questi ultimi andrebbero, in questo caso, tassati. “Eppure non esistono cibi buoni o cattivi ma solo diete e stili di vita equilibrati e non equilibrati”.
“Tra l’altro – ha continuato il presidente – con il pretesto di difendere la salute delle persone, le istituzioni vogliono solo fare cassa. Nei paesi dove la sugar tax è stata introdotta, infatti, non ci sono stati grandi risultati con la conseguenza che Danimarca, Norvegia e Islanda l’hanno rimossa perché inutile per la salute del consumatore e dannosa per l’economia del paese”.
Secondo uno studio di Nomisma, se entrasse in vigore la sugar tax nel 2022 produrrebbe una contrazione delle vendite dei soft drink del -17% per il domestico e del – 9% per il fuori casa, rallentando non poco la ripresa post Covid. Una contrazione che si abbatterebbe su tutta la filiera, con 5.050 posti di lavoro a rischio.
“Una tassazione ingiusta soprattutto perché le nostre imprese sono da anni impegnate nella sottoscrizione di protocolli con il ministero della Salute che hanno portato a una riduzione dello zucchero sul mercato del 27%, lo stesso risultato ottenuto in UK con la tassa. Questo senza contare che i consumi di bevande zuccherate in Italia sono tra i più bassi nei Paesi UE e in contrazione da 10 anni (-25% di litri venduti). L’impatto di questi prodotti alimentari, inoltre, rappresenta l’1% del totale delle calorie assunte dai cittadini italiani: è evidente che la misura non trova riscontri reali relativi alla salute dei consumatori” ha aggiunto il presidente di Federalimentare.
Per combattere l’obesità e far sì che le persone seguano uno stile di vita sano, ha concluso Vacondio: “non c’è bisogno di inutili balzelli ma di un’educazione alimentare seria e di una corretta e capillare informazione. Da parte nostra, come aziende, andremo avanti con la riformulazione dei prodotti, senza per questo snaturarli. Al governo chiediamo l’abolizione della sugar tax”.