(di Luigi Noto) Una pianta simbolo per ciascuna regione italiana. Si va dalla Primula di Palinuro per la Campania, che cresce endemica a picco sul mar Tirreno, allo Zafferano etrusco per la Toscana, al Pino locato per la Basilicata che si trova solo nel Parco Nazionale del Pollino, alla Sassifraga dell’Argentera per il Piemonte, la più votata in assoluto, bellissima pianta erbacea a fiori rosa, tipica delle Alpi occidentali. E per la Sicilia? L’abete delle Madonie, meglio noto tra i botanici con il suo nome latino ovvero Abies nebrodensis.
La scelta delle piante simbolo è avvenuta attraverso una vera e propria votazione promossa dalla Società botanica italiana e coordinata da Lorenzo Peruzzi, docente all’Università di Pisa e direttore dell’Orto e Museo botanico. A votare sono stati oltre 500 appassionati ed esperti botanici da tutta Italia che hanno eletto le piante vincitrici a partire da una rosa di candidature, con un meccanismo per certi versi simile a quello delle primarie. «L’idea è nata dalla voglia di sensibilizzare cittadini e le istituzioni sul tema della biodiversità vegetale – spiega Peruzzi – e così sono state elette venti piante, che per valenza storico-scientifica, peculiarità biogeografiche e bellezza, sono diventate il “simbolo” di ognuna delle venti regioni italiane».
I risultati della votazione saranno presentati ufficialmente durante la giornata di studio “La flora in Italia: stato delle conoscenze, nuove frontiere, divulgazione”, il 7 dicembre all’Università di Roma La Sapienza. Le piante elette sono visibili sul portale della Flora d’Italia. A completare l’elenco delle elette per le altre regioni ci sono: per l’Abruzzo l’Adonide curvata; per la Calabria la Soldanella calabrese; per l’Emilia-Romagna la Primula appenninica; per il Friuli Venezia Giulia Spillone palustre; per il Lazio Storace comune; per la Liguria la Campanula di Capo Noli; per la Lombardia Silene di Elisabetta; per le Marche Moehringia vescicolosa; per il Molise Acero di l’Obel; per la Puglia Gigaro pugliese; per la Sardegna il Ribes sardo; per il Trentino-Alto Adige Androsace di Hausmann; per l’Umbria Bivonea di Savi; per la Valle d’Aosta Astragalo maggiore; per il Veneto Sassifraga dei Berici.
L’Abete delle Madonie, eletto dai botanici pianta simbolo per la Sicilia, è una conifera che, a metà del secolo scorso, erroneamente si considerava già estinta. Nel 1957, durante un sopralluogo sulle Madonie nel territorio di Polizzi Generosa, un gruppo di botanici ne trovò alcuni esemplari, una ventina in tutto, racchiusi in un fazzoletto di terra a circa 1.500 metri di quota nel Vallone Madonna degli Angeli.
Per molto tempo l’Abies nebrodensis è stato considerato una sottospecie del più comune Abete bianco (Abies alba), ma in realtà l’Abete delle Madonie è un’entità tassonomica differente, presente in Sicilia almeno dal Terziario. L’Unione mondiale per la conservazione della natura lo considera una specie in pericolo critico di estinzione inserendola nella lista delle cinquanta specie botaniche più minacciate dell’area mediterranea. Tra il 2001 e il 2005 l’Abies nebrodensis è stato protagonista di un progetto “Life natura” realizzato dall’Ente Parco delle Madonie.
L’albero può raggiungere anche l’altezza di 25 metri presenta una chioma a forma piramidale e rametti ricoperti da corti aghi, rigidi e appuntiti, hanno una caratteristica struttura a croce. Per questo motivo l’albero è chiamato “arvulu cruci cruci“. In tempi molto antichi questa pianta era abbastanza diffusa su tutte le montagne della Sicilia, tanto che la colonia greca di Halaesa vicina all’odierna Tusa, coniava monete su cui era impressa la sagoma dell’abete siciliano.