Lo tsunami alimentato dall’invasione Russa in Ucraina sull’economia colpisce anche la coltivazione di piante e fiori Made in Italy con il 15% delle aziende floricole che è a rischio per i costi di produzione superiori ai ricavi. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Crea in occasione di Euroflora, la principale fiera italiana del florovivaismo in Italia ed occasione di rilancio per un settore da primato del Made in Italy.
La guerra e i rincari energetici – sottolinea la Coldiretti – spingono l’aumento del 67% dei costi correnti per la floricoltura con un impatto traumatico sulle aziende agricole. L’emergenza energetica si riversa – continua Coldiretti – non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni.
Il rincaro dell’energia – continua la Coldiretti – non risparmia fattori fondamentali di produzione come sementi e piantine (+134%), i fertilizzanti con aumenti che vanno da un +150 ad oltre + 200% (l’urea è passata da 350 euro a 1.150 euro a tonnellata, +228%), alle torbe con un +20% mentre per gli imballaggi gli incrementi colpiscono dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. Con il caro benzina – sottolinea Coldiretti – crescono poi le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.
Da difendere c’è un settore cardine per l’economia italiana con un valore di oltre 2,57 miliardi di euro con il coinvolgimento di 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia su 30mila ettari coltivati che garantiscono il lavoro di 200.000 persone a livello nazionale. La crisi dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le importazioni da Paesi stranieri che nel 2021 hanno già fatto registrare un aumento del 7% in valore per arrivare a sfiorare i 580 milioni di euro, secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat. Spesso si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento come nel caso delle rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti e i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sono le donne.
“Occorre combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia ed in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio”.
Una spinta positiva è arrivata dalla conferma nel 2022 del Bonus verde grazie al pressing di Coldiretti per una misura che ha permesso di creare 2,6 milioni di metri quadrati di verde nelle città fornendo ossigeno e aria pulita a oltre mezzo milione di persone ogni giorno, di piantare 100.000 nuovi alberi e organizzare 5400 nuovi terrazzi con piante e fiori in abitazioni, uffici e condomini. Tra le proposte della Coldiretti, c’è poi tra l’altro, lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr e l’incentivazione delle operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole.