“Alla luce delle recenti evoluzioni dei mercati mondiali segnati dalla guerra è diventato ancora piu’ importante difendere in Italia un settore strategico come la produzione delle sementi che rischiavano di finire in mani cinesi” E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare positivamente le due sentenze del Tar del Lazio che, nel respingere i ricorsi proposti da Psp Verisem Luxemburg Holding e Syngenta Crop Protection, ha confermato la legittimita’ del Dpcm con il quale nell’ottobre 2021 il Governo italiano si e’ opposto alla cessione, usando per la prima volta nell’alimentare Made in Italy il potere di blocco della Golden Power.
Le forti incertezze sul fronte dell’approvvigionamento alimentare nazionale, amplificate in questi ultimi mesi, hanno rafforzato – sottolinea Prandini – la necessità della tutela dell’intera filiera alimentare, dal seme fino al prodotto agroalimentare finito. Un obiettivo necessario – continua Prandini – per ridurre la vulnerabilità del nostro Paese dalle dinamiche internazionali. La Coldiretti, insieme a Filiera Italia, è stata la prima a richiedere un intervento del Governo per impedire il passaggio in mani cinesi di una realtà strategica per la sovranità alimentare nazionale, precisa Prandini.
Il Tar ha osservato – riferisce la Coldiretti – che “il Dpcm impugnato, quanto alla verifica dell’esistenza dei presupposti per l’applicazione della disciplina sul Golden power, non risulta in contrasto con gli esiti dell’istruttoria svolta e ha diffusamente argomentato sulle ragioni per cui le societa’ target possiedono beni di rilevanza strategica per l’interesse nazionale e svolgono attivita’ che implicano l’utilizzo di tecnologie critiche, nonche’ la raccolta di dati, avvalendosi anche di macchine addestrate secondo i principi di ‘machine learning’”.
L’acquisizione di Verisem – continua Coldiretti – avrebbe spostato in Asia gli equilibri strategici mondiali sul controllo delle sementi per la produzione di ortaggi ed erbe aromatiche aggravando una situazione in cui già 2 semi su 3 (66%) sono in mano a quattro multinazionali straniere, secondo l’analisi Coldiretti su dati centro studi Divulga.
I produttori agricoli sono stretti in una tenaglia da pochi grandi gruppi multinazionali che – sottolinea la Coldiretti – dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all’allevamento nelle aziende agricole, a partire dalle sementi, ma anche nell’acquisto e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentare. La perdita di potere contrattuale – continua la Coldiretti – si traduce in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori a livello globale, ma l’elevata concentrazione mette a rischio anche la biodiversità, la tutela dell’identità territoriale e la libertà di scelta dei consumatori, oltre che la sovranità alimentare in un momento in cui si segnalano accaparramenti, speculazioni e protezionismi favoriti dal conflitto.
La Verisem, con 2200 produttori è leader mondiale del suo settore, ha 5 siti produttivi (3 in Italia, 1 in Francia e 2 negli Stati Uniti), distribuisce in 117 Paesi e realizza il 54% del suo fatturato in Europa, il 20% nelle Americhe, il 19% fra Asia e Pacifico e il restante 6% in Medio Oriente. Genera un importante indotto a livello agricolo e custodisce un patrimonio di conoscenze scientifiche e tecniche produttive che ne fanno un asset di rilevanza strategica in un momento storico in cui – sottolinea la Coldiretti – gli effetti dell’emergenza Covid su commercio internazionale e consumi hanno fatto emergere l’importanza vitale del cibo e degli approvvigionamenti alimentari.
Nel suo catalogo ci sono tra l’altro sementi di cavoli, radicchi, cipolle, cicoria, fagioli, piselli, pomodori, melanzane, carote, fave, ravanelli, cetrioli, meloni, cocomeri e peperoni ma anche dalle zucche e fiori da mangiare con varietà che vanno – riferisce la Coldiretti – dal carciofo violetto di romagna al cavolo romanesca, dalla cipolla di Pompei a quella di Barletta fino alla tropeana rossa, dal pomodoro costoluto fiorentino alla zucca berretta piacentina e molto altro. Detiene in totale oltre 2.000 tipologie di sementi riferibile a 90 colture
Syngenta è un colosso svizzero del settore dell’agro-industria, specializzata nella produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nelle attività nel campo delle sementi. È stata acquistata nel 2017 per 43 miliardi di dollari dal colosso cinese ChemChina, il quale nel frattempo si è unita con Sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari.