“Il 2023 passerà alla storia come una delle annate più difficili per i viticoltori siciliani poiché il forte attacco di Peronospera e l’intensa calura del mese di luglio hanno fortemente danneggiato i vigneti ed è andata perduta oltre il 70 per cento della produzione”. Lo affermano il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, e l’assessore alle Politiche agricole, Giuseppe Pellegrino, in una nota inviata all’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino e al direttore generale del Dipartimento Agricoltura Dario Cartabellotta, e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Trapani.
Chiedono che la Regione “si faccia portavoce presso il Parlamento regionale e nazionale per ottenere da subito adeguati ristori per i viticoltori siciliani (almeno 100 milioni) trovando anche le modalità idonee per assegnarle alle aziende agricole entro il 2023”, dice il sindaco.
“La Sicilia – scrivono Tranchida e Pellegrino – è uno dei territori più vitati d’Europa di cui la provincia di Trapani a livello regionale detiene il 50% almeno delle superfici vitate (negli anni 2000 in Sicilia si contavano circa 160.000 ettari di superficie vitata, nel 2009 siamo scesi a circa 125.000 ettari, adesso rimangono coltivati circa 100.000 ettari a livello regionale, di cui la mettà nella provincia di Trapani”. Nella nota viene evidenziato che “il calo del 40% delle superfici vitate siciliane è dovuto anche al trasferimento di molte di queste superfici nelle regioni del nord Italia. In Sicilia si sono persi oltre 15.000 posti di lavoro. Per non perdere altre superfici ma tornare a farle crescere il prezzo delle uve da vino dovrebbe essere di 80 euro al quintale contro una prezzo attuale di circa 30 euro”.