(di Luigi Noto) Perfino il Tar Sicilia sentenzia che il sistema informatico di Agea non funziona. E che questo ha messo in ginocchio il comparto agricolo biologico, un settore trainante dell’economia siciliana. E adesso? Al di là della vittoria del ricorso al Tar Sicilia contro Agea e Assessorato regionale all’agricoltura inanellata dall’Unione Allevatori Sicilia a cui aderiscono molti agricoltori e allevatori biologici siciliani, la situazione rimane immutata: chi non ha ancora ricevuto i premi previsti dai bandi del Psr non potrà riceverli immediatamente per effetto di questa sentenza. Potrà, piuttosto, adesso proporre azione di responsabilità per danni contro Agea responsabile del fatto che per anni ha tenuto bloccati i pagamenti a causa delle diffuse anomalie del Sian, il sistema sistema informatico dell’Agenzia. E considerato quante aziende sono ormai sull’orlo del lastrico, l’Agenzia italiana per l’erogazione dei premi destinati all’agricoltura corre serissimi rischi.
«Per la prima volta a certificare che il sistema non funzioni non lo dicono voci di corridoio nell’indifferenza di Agea, ma una sentenza del Tar Sicilia pesante come un macigno. Possibile che nell’era del digitale avanzato il destino e la sopravvivenza delle aziende agricole debba dipendere dall’incapacità di gestire un sistema informatico?», domandano Ignazio Corrao ed Elena Pagana, rispettivamente eurodeputato e deputata regionale del M5S, commentando la notizia dell’esito del ricorso al Tribunale amministrativo regionale.
«Nel caso siciliano – aggiungono i deputati – le anomalie di un sistema informatico che fa acqua da tutte le parti hanno tagliato fuori gli agricoltori siciliani dai finanziamenti Ue e adesso molti di loro sono sull’orlo del fallimento. Mai come adesso occorre intervenire sulla governance di Agea, che svolge per conto del Ministero dell’Agricoltura le funzioni di “organismo pagatore” italiano. Non è più differibile un audit globale e dettagliato sul funzionamento del sistema, promuovere un’azione di responsabilità nei confronti dei dirigenti che avrebbero dovuto garantire il corretto funzionamento e imporre lo snellimento e la correzione delle anomalie che da anni zavorrano il sistema».
Agea gestisce oltre 7 miliardi di euro all’anno per circa un milione e mezzo di beneficiari. «Occorre a questo punto – osservano Corrao e Pagana – fare chiarezza sul contratto per cui fino al 2016 sono stati pagati quasi 100 milioni l’anno alla società Sin misto pubblico-privata i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ci auguriamo che la magistratura vada fino in fondo nell’inchiesta su Agea, che potrebbe scoperchiare uno scandalo di dimensioni bibliche. La magistratura, tra le altre cose, sta indagando anche sul contratto con il quale Agea affidò alla società privata Sin – nel 2006, per la durata di 9 anni – la gestione e lo sviluppo del sistema informatico Sian, ad un prezzo che potrebbe essere assolutamente ingiustificato e sproporzionato rispetto al valore della prestazione erogata e comunque superiore di circa il 900 per cento rispetto a quello sostenuto da altri Paesi dell’Ue che gestiscono un numero a volte anche superiore di finanziamenti agli agricoltori».
Di analogo tenore il commento di Vincenzo Figuccia deputato dell’Udc all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia: «Dopo che Agea a causa del suo sistema informatico obsoleto, ha letteralmente tagliato fuori gli agricoltori siciliani dai finanziamenti Ue portandoli sull’orlo del fallimento, occorre intervenire sulla governance dell’Agenzia che svolge per conto del Ministero dell’Agricoltura le funzioni di organismo pagatore e di coordinamento per rendere efficiente il sistema ed evitare che ritardi insopportabili come quelli a cui abbiamo assistito, possano ripetersi. È necessario un impegno coordinato e risolutivo di Ministero, Agea e Regione che consenta di riallineare velocemente a favore delle aziende siciliane i pagamenti dei contributi pregressi per biologico, indennità compensativa, agroambiente e benessere animale».
In Francia, il sistema Telepac comparabile al Sian, costa complessivamente 23 milioni all’anno contro i 713 milioni di euro pagati complessivamente da Agea per il Sian.