(di Angela Sciortino) Le immagini descrivono meglio delle parole quello che successo nelle campagne della Sicilia Sud-orientale. Superata la paura, resta il dolore di chi ha perso un familiare o la disperazione di chi in azienda ha subìto ingenti danni che difficilmente troveranno risarcimento.
L’agricoltura, come tutte le attività che si svolgono sotto il cielo, è la più colpita. Nelle aziende agricole di Ispica, Pachino e Rosolini, dove impianti serricoli, vigneti, agrumeti e colture orticole di pieno campo sono stati sommersi e in qualche caso spazzati letteralmente via dalla furia dell’acqua, è in corso la conta dei danni. Distrutti, in particolare, raccolti di carote, zucchine, patate e carciofi.
Una per tutte l’azienda Milana, 350 ettari in due distinti corpi, uno sopra Ispica che si è salvato, l’altro sotto il paese, in pianura, è stato completamente allagato e non può essere nemmeno raggiunto dai mezzi agricoli perché la strada di penetrazione interpoderale è completamente distrutta. «Tutta colpa della mancata manutenzione e pulizia degli alvei dei torrenti», sbotta Giovanni Milana che insieme ai figli conduce l’azienda orticola dell’Ispicese. E aggiunge amareggiato: «Questa attività a difesa dei fondi agricoli non può nemmeno essere praticata a proprie spese direttamente da noi imprenditori agricoli perché rischiamo di essere denunciati».
Poi ci sono i danni ricorrenti, quelli che non sono dovuti a eventi eccezionali come le piogge torrenziali dei giorni scorsi. «Ogni anno – racconta l’imprenditore – invio segnalazioni e richieste a tutti gli enti preposti perché venga effettuata la pulizia dell’ultimo tratto dei corsi d’acqua che si riempiono di sabbia. Vorrei evitare che l’acqua esondando dall’alveo allaghi i miei terreni che si trovano a cinquanta metri dalla battigia. Manco a dirlo, si tratta di tempo perso».
Gli fa eco il presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè che conferma: «Ci arrivano precise segnalazioni da parte dei nostri soci – dichiara – sulla pessima manutenzione (in alcuni casi totalmente assente) dei canali da parte del Consorzio di Bonifica».
Pirrè poi approfitta per sferrare un nuovo attacco all’ente di bonifica della Sicilia della Sicilia orientale: «Prevenire il rischio idrogeologico è un dovere da parte degli enti proposti, Consorzio di Bonifica in testa, dal quale, proprio in queste settimane, stanno arrivando cartelle salatissime agli imprenditori agricoli, anche a quelli colpiti dal maltempo. Insomma al danno, si aggiunge la beffa».
«Per questo – conclude Pirrè – Confagricoltura di Ragusa sta sostenendo e agevolando gli imprenditori nel presentare ricorsi contro gli inaccettabili salassi del Consorzio di Bonifica i cui limiti sono fin troppo evidenti in queste ore drammatiche per l’agricoltura del Sud-Est della Sicilia».