(di Redazione) Folla di visitatori e apprezzamento per la presenza della Sicilia al Fruit Logistica di Berlino, in programma nella capitale dal 6 all’8 febbraio. Un suggestivo stand di 357 metri quadrati, 6 Consorzi di Tutela e 12 Organizzazioni di Prodotto che annualmente muovono un fatturato che si aggira tra i 300 e 400 milioni di euro. Così la Sicilia si è presentata alla più importante vetrina mondiale ortofrutticola, dove 3 mila espositori provenienti da 90 Paesi hanno messo in mostra il meglio della loro produzione.
Il leit motiv dello stand è stato il “Mercato”, uno spazio a cielo aperto, dove la domanda incontra l’offerta, attraverso l’esposizione e la promozione delle eccellenze siciliane. Nel caso specifico il mercato, molto apprezzato dai visitatori e certamente il più visitato, è quello storico della “Vucciria di Palermo”, all’interno del quale un tempo era possibile ritrovare odori, colori e sapori della terra di Sicilia, sempre più apprezzata all’estero per le sue bellezze turistiche e culturali e le sue eccellenze agroalimentari.
«Anche attraverso questo tipo di marketing riusciamo ad affermare il valore e l’eccellenza delle nostre produzioni nel mondo – ha affermato l’assessore Bandiera – Siamo consapevoli dell’importanza di essere presenti in maniera così significativa con il nostro stand e le nostre aziende, che continuano a ricevere attestazioni di gradimento per la qualità delle produzioni e la straordinarietà e originalità della location realizzata».
Ma chi c’era nel padiglione della Sicilia al Fruit Logistic di Berlino? 18 ragioni sociali, tra Consorzi tutela, consorzi di produttori e Op (Organizzazione di prodotto). Tra i Consorzi di tutela quello del pomodoro di Pachino Igp, dell’arancia rossa di Sicilia Igp, dell’arancia di Ribera Dop, dell’uva di Canicattì Igp, dell’uva di Mazzarrone Igp, della carota novella di Ispica Igp. I produttori erano presenti tramite i loro consorzi (Ortofrutta Sicilia e Orticolo Sud-Est) o cooperative (Donnalucata). Più nutrito il gruppo delle Op: Abiomed, Colle d’oro, Euroagrumi, Fonteverde, Platinum, Ficodindia di San Cono, Naturmind, Alba Bio, Biorto Ibleo.
Soddisfatto della missione a Berlino anche Giovanni Selvaggi, presidente del Consorzio Arancia Rossa Igp: «Portiamo a casa numerose collaborazioni per la commercializzazione in paesi europei ed extra europei, l’avvio di importanti iniziative di co-brandig con multinazionali statunitensi e ancora, progetti di trasporto via nave verso il centro Italia per superare l’imbuto dello stretto di Messina».
«Fruit Logistica è la fiera regina d’Europa per numero di compratori e operatori internazionali del settore ortofrutticolo – ha dichiarato Selvaggi alla fine della kermesse ortofrutticola – e i tre giorni berlinesi, come ogni anno, sono stati importantissimi per far conoscere ai nostri partner le novità messe in campo dal Consorzio, dai suoi produttori, dai trasformatori e dai confezionatori»
Tra le novità portate a Berlino dal Consorzio Arancia Rossa Igp, quelle relative alla tracciabilità. «Siamo impegnati insieme all’Università di Catania, al Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura (Crea – Ofa) di Acireale e ai nostri soci per mettere appunto meccanismi di controllo innovativi basati sull’utilizzo della tecnologia block chain», spiega il vicepresidente del Consorzio Elena Albertini che ha la delega alle attività di tracciabilità comunicazione e marketing del Consorzio. Si tratta di una innovazione in grado di garantire in totale trasparenza l’intera tracciabilità della filiera di produzione e di trasformazione dei prodotti agricoli, consentendo di certificarne la qualità e la provenienza, assicurando così la massima trasparenza a garanzia dei consumatori.
A testimoniare il grande interesse suscitato a Berlino dalle Moro, Tarocco e Sanguinello, le tre varietà, dell’Arancia rossa di Sicilia Igp c’è stata anche la fila costante davanti alla macchina spremiagrumi del Consorzio a Berlino: distribuiti oltre mille bicchieri di spremuta di arancia rossa e dei 500 chili di arance fatti arrivare a Berlino non ne è rimasta neanche una.
A Fruit Logistica di Berlino e più precisamente nell’Italian Fruit Village sono stati presentati i risultati del progetto “Social Farming 2.0 – Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana” che si è concluso lo scorso dicembre.
Quasi 1500 tra domande di partecipazione e iscrizioni, 99 gli allievi che hanno frequentato i corsi di formazione, oltre 350 i partecipanti ai seminari formativi, 18 application alla call per idee di impresa innovative per la filiera agrumicola siciliana che ha decretato un vincitore e due menzioni speciali. Sono questi i “numeri” del progetto realizzato dal Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation, che anche in questa seconda edizione ha puntato sulla formazione tecnico-professionale-imprenditoriale richiesta in alcuni ambiti specifici dal comparto agrumicolo in Sicilia, regione con la maggiore estensione di coltivazioni agrumicole in Italia. Presente Alessandra Pesce, sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari, forestali che, ricordando come l’agricoltura non sia soltanto un’attività produttiva, ma ha anche un altissimo valore di inclusione sociale, ha anticipato: «Social Farming, mettendo insieme le eccellenze produttive, la valorizzazione del turismo e la componente sociale per lo sviluppo del territorio è una iniziativa deve essere portata ad un’attenzione nazionale. Intendo presentarla al partenariato allargato che compone l’Osservatorio sull’Agricoltura sociale, i ministeri del Welfare e quello delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo e tutte le parti sociali».
Tutte le attività del progetto Social Farming sono state gratuite e rivolte sia a soggetti “deboli” sul mercato del lavoro, donne, giovani, migranti, disoccupati sia agli operatori del settore, puntando all’inclusione sociale e a creare nuove opportunità di lavoro all’interno della filiera agrumicola siciliana. Dalle figure tecniche a quelle che puntano all’imprenditorialità sono stati tanti gli ambiti di formazione: dall’agrumicoltura biologica alle tecniche di coltivazione, dalla comunicazione per l’azienda agrumicola al turismo relazionale integrato, nuova frontiera dell’agrumicoltura che si lega all’accoglienza, per quanto riguarda i corsi di formazione teorico-pratici; risorse idriche, management, agricoltura sociale, etichettatura e trasformazione, strumenti per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel comparto, e-commerce, confronto con i competitors sui mercati euromediterranei, legislazione del lavoro, ruolo di Gal e organizzazioni di categoria, per quanto riguarda invece i seminari formativi.
In più, la call for ideas “Agrorà Innovation” che ha visto vincere il progetto Agragliette per il riutilizzo di scarti dalla produzione di agrumi, ideato da tre giovani laureati siciliani: Simone Forte, Francesca Campanella e Daniela Trippa. «Anche quest’anno il progetto Social Farming ha risposto ai bisogni della filiera: da un lato, ricevere formazione in alcuni ambiti specifici di cui gli stessi imprenditori agrumicoli sentono necessità e, dall’altro, trasmettere know-how per valorizzare esperienze e conoscenze come nel caso della bio-fabbrica di Ramacca per la lotta integrata in agricoltura biologica», ha spiegato Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia.