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Storia moderna dell’agricoltura siciliana: l’ultimo libro del prof. Antonino Bacarella
di Roberta Mannino

Il volume “Storia moderna dell’agricoltura siciliana: dall’anteguerra ai giorni nostri”, è l’ultima opera del professor Antonino Bacarella, già docente di Economia e politica agraria all’Università degli Studi di Palermo e protagonista di primo piano della politica agricola della Regione siciliana.

Il libro, pubblicato dalle Edizioni La Zisa e composto da due tomi, per un totale di oltre mille pagine, è stato presentato lunedì scorso nell’aula magna del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Ateneo di Catania, alla presenza di ex colleghi dell’autore e di un nutrito pubblico di studenti, interessato a comprendere le dinamiche che hanno coinvolto l’agricoltura siciliana negli ultimi novant’anni. Dopo il saluto introduttivo del direttore del Di3A Agatino Russo, l’autore ha raccontato e analizzato gli avvenimenti più significativi dell’agricoltura regionale, inquadrandoli nel contesto dell’evoluzione degli eventi nazionali ed internazionali e all’interno della politica e delle istituzioni siciliane.

Il quadro che viene fuori da questo imponente lavoro di studio e di ricerca è quello di una società fortemente intrisa, secondo le parole del professor Bacarella «di quella massiccia dose di “sicilitudine”, concetto diverso da quello di “sicilianità”, che ha impedito nel tempo e impedisce ancora all’agricoltura siciliana di divenire quello che dovrebbe essere: risorsa strategica significativa, produttrice di reddito e occupazione, specialmente per i giovani, creatrice di paesaggi, di tutela dell’ambiente, di sviluppo per la gastronomia, per l’immagine, per la cultura, per l’economia terziaria, diffusiva della sua immagine di “isola felice” e altro ancora».

Nel corso della presentazione, il docente ha messo a confronto i due comparti economicamente più rilevanti dell’agricoltura siciliana: l’agrumicolo e il vitivinicolo, sottolineando come quest’ultimo rappresenti un’eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche nel panorama italiano ed estero e che, secondo l’autore, «è l’unico settore che si sia davvero sviluppato in una Sicilia che da cinquant’anni è sempre “in via di sviluppo”, nonostante le potenzialità e le intelligenze di questa terra».

L’incontro è stato moderato dal prof. Biagio Pecorino, docente di Economia ed estimo rurale dell’Università di Catania, che ha sottolineato come questo minuzioso e rigoroso lavoro scientifico costituisca un’importante riflessione sugli errori commessi nel settore primario e sul bisogno di supportare le imprese agroalimentari a cogliere nuove opportunità per «non appiattirsi soltanto sugli aiuti pubblici». La presentazione del libro è stata anche un’occasione utile per discutere delle politiche di sviluppo rurale 2023-2027, che in questi giorni si stanno delineando e che avranno importanti ricadute sul sistema agroalimentare siciliano.

Sono intervenuti inoltre i professori Giuseppina Carrà, Giuseppe Timpanaro e Giuseppe Cucuzza, docenti del Di3A di Catania, Pietro Columba e Alessandro Hoffmann, docenti dell’Ateneo di Palermo, Giovanni Gulisano docente dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e Graziano Scardino, neo eletto presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori.

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