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Sopexa diffonde i nuovi dati della produzione del vino italiano
di Fabio Cirello


Sopexa
, agenzia specializzata nel Food & Drink a livello internazionale,
presenta i risultati del Wine Trade Monitor 2019.
Lo studio, condotto a livello internazionale in collaborazione con Wine in Paris
offre un’esclusiva panoramica sui trend globali
e le prospettive commerciali dei vini per i prossimi anni.

Siamo molto orgogliosi di presentare questi risultati”,
spiega Matteo Lefebvre, Direttore Sopexa Italia.
“Oltre ad essere riconosciuto come uno dei paesi
con maggiore prospettiva di crescita nei mercati intervistati,
l’Italia vanta anche il riconoscimento di produttore di vini
di grande interesse per le giovani generazioni.
Questo rafforza la percezione della qualità della produzione vinicola italiana
che si accompagna alla volontà di evolvere
e di rimanere in ascolto dei trend e
delle esigenze di tutte tipologie di consumatori”, conclude Lefebvre.

Sopexa ha intervistato e raccolto le percezioni
e previsioni di 984 operatori del settore tra importatori,
distributori, grossisti e retailers.

Quest’anno, l’indagine comprende anche il Regno Unito e la Germania,
i principali mercati mondiali per le importazioni di vino in volume,
portando il numero totale dei mercati esaminati a sette:

Belgio, Cina, Hong Kong, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.

Italia e Francia si contendono ancora il primo posto in termini di potenziale di crescita,
con la Francia che perde posizioni per gli intervistati di Cina, Belgio Hong Kong e Stati Uniti.

Secondo i professionisti della Cina i vini australiani hanno delle ottime prospettive di crescita,
seguiti dai vini cileni e dai vini italiani

In Giappone, per la prima volta, i vini locali sono destinati a vedere la maggiore crescita delle vendite.
Collocati davanti ai vini francesi (36%) e ai vini italiani (24%).
Secondo i professionisti del commercio del vino del Regno Unito,
la Brexit andrà a beneficio soprattutto dei paesi produttori di vino
al di fuori dell’Europa: il 53% degli intervistati prevede una crescita per i vini cileni,
il 45% per i vini australiani e il 40% per i vini argentini.
Negli Stati Uniti, i vini italiani stanno beneficiando dell’impatto psicologico
dell’aumento dei dazi doganali sui vini francesi dello scorso ottobre. 


In generale, e per il 59% dei partecipanti all’indagine,
è ancora l’origine Francia che riporta la migliore performance,
distanziandosi nettamente dai suoi concorrenti.
Si rileva però una perdita di valore dell’immagine francese in Belgio
e la sua totale assenza nel comparto dei vini considerati attraenti per i giovani.

L’Italia arriva al secondo posto, citata dall’11% degli intervistati.

Alla produzione vinicola del Belpaese, assieme a quella dei vini australiani,
si associano le migliori performance
per quanto riguarda i criteri di “innovazione” e “attraenti per i giovani”.

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