La siccità e le problematiche che riguardano la nostra isola continuano ad essere tante, in ginocchio buona parte dei comuni siciliani. La pioggia caduta nel mese di settembre ha portato benefici?
Il mese di settembre è stato caratterizzato in Sicilia da instabilità abbastanza frequenti, senza che però abbiano portato fenomeni generalizzati sul territorio regionale, con la sola eccezione di sistemi frontali che hanno interessato l’Isola i giorni 9, 18, 23 e 25, solo il primo dei quali capace di produrre piogge su tutte le aree.
Secondo la Regione il 2023 è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica e la storia non cambia anche i primi mesi di quest’anno, caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Abbiamo visto nei mesi scorsi (CLICCA QUI) che gli invasi sono sempre più secchi, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi, l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.
Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi (CLICCA QUI) rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.
Il mese di agosto (CLICCA QUI), contrariamente da quanto ci si aspettava, è stato caratterizzato da una frequenza abbastanza elevata di eventi di instabilità, che hanno portato ad alcuni nubifragi anche di eleva intensità e grandinate. Caratteristica di questi eventi è il loro svilupparsi nelle aree interne, dove maggiore è la differenza di temperatura tra l’atmosfera al suolo e l’atmosfera in quota, mentre tale differenza è minore sulle fasce costiere, dove il mare limita l’innalzamento delle temperature vicino al suolo.
Buona parte del mese di settembre, invece, è stata influenzata dalla circolazione depressionaria tra la penisola e l’Europa centro-orientale, che ha interessato la Sicilia non direttamente, questo ha prodotto fenomeni sparsi e ad evoluzione diurna, con la sola fascia tirrenica messinese che ha invece visto a tratti instabilità più persistente.
Contrariamente al mese di agosto, i fenomeni hanno spesso interessato le fasce costiere, con singoli eventi a carattere di nubifragio, invece sono stati pochi i fenomeni significativi nelle aree interne tra cui le aree sottese agli invasi, affetti da grave scarsità di riserve idriche, (CLICCA QUI) anche negli strati più profondi.
Una parte rilevante degli apporti è andata perduta, un’effetto che è dovuto non solo alla mancanza di pioggia ma a questo si aggiungono le temperature notturne alte e l’evapotraspirazione (CLICCA QUI). La stessa acqua che poteva essere sufficiente per mantenere una coltura in buone condizioni 10-20 anni fa, adesso non è più sufficiente perché sono aumentati i fabbisogni delle colture. Una situazione molto più preoccupante di quanto si possa immaginare.
Il numero di giorni nel mese con eventi piovosi registrati da Sias (Servizio agrometeorologico siciliano) è stato molto elevato, pari a 26. “La maggior parte degli eventi ha però interessato aree circoscritte, tanto che il numero medio di giorni piovosi per singola stazione è risultato pari a 6, valore in linea con la norma di settembre del periodo 2003-2022“. Il numero più elevato di giorni piovosi sulla rete Sias, pari a 14, è stato registrato dalla stazione Caronia Pomiere (Me) Nord, mentre hanno registrato solo 2 giorni piovosi le stazioni Corleone (Pa) e Catania, quest’ultima più volte solo sfiorata da alcuni eventi che hanno invece interessato il centro cittadino più a Nord.
La media regionale della precipitazione totale risulta essere pari a 60 mm e il massimo accumulo mensile di 231 mm è stato registrato dalla stazione Cesarò Monte Soro, nel Messinese. La stessa stazione ha registrato il massimo accumulo giornaliero di 115,2 mm il giorno 10.
Nonostante le piogge del mese di settembre, che hanno portato parzialmente beneficio ai suoli e alla vegetazione naturale, non è stato riscontrato un aumento dei deflussi nel reticolo idrografico. Restano quindi importanti e vaste le aree agricole dove l’apporto di piogge è ancora insufficiente da riuscire a recuperare un deficit. Un deficit che allo stato attuale appare ancora incolmabile.
Basti pensare che la stazione Sias di Paternò ha ad esempio accumulato solo 200 mm negli ultimi 12 mesi, contro una norma di 537 mm, vale a dire con un deficit di oltre il 60%. “La precipitazione media regionale degli ultimi 12 mesi ha registrato un’ulteriore lieve ripresa, portandosi a 460 mm, continuano a mancare quindi all’appello mediamente quasi 300 mm rispetto alla norma, quasi il 40% di quanto atteso rispetto alla media del periodo 2003-2022“.