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Situazione siccità: in Sicilia piogge di settembre inferiori alla norma, invasi sempre più a secco
di Annalisa Ciprì

Dopo un’estate piuttosto asciutta, la speranza di piogge autunnali significative è andata delusa per buona parte del mese, riservando piogge solo nell’ultima decade e registrano un parziale recupero solo su parte del settore occidentale.

Come già sappiamo, secondo quanto viene fuori dai dati, il 2024 intero è stato il più arido, caratterizzato da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Il 2023, invece, il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Abbiamo visto nei mesi scorsi che gli invasi sono sempre più secchi e le ultime piogge non sono riuscite a riempirle, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.

Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde a una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.

Nel mese di settembre, nello specifico, l’Ancipa ha raggiunto i 17,50 mmc. Il lago Arancio 4,27; il Castello 4,71; il Cimia 1,05; il Comunelli 0,00; il Disueli 0,00; il Don Sturzo 35,12; il Fanaco 2,30; il Furore 0,56; il Gammauta 0,11; il Garcia 11,78; il Gorgo 0,29; il Lentini 85,97; il Nicoletti 4,79; l’Olivo 3,11; il Paceco 1,64; il Piana degli Albanesi 7,92; il Piano del Leone 3,11; il Poma 19,77; il Pozillo 5,18; il Prizzi 1,49; il Ragoleto 5,98; il Rosamaria 19,52; il Rubino 1,07; il San Giovanni 4,24; il Santa Rosalia 10,47; lo Scalzano 5,31; lo Sciaguana 4,39, il Trinità 3,55 e il Zafferana 0,01.

Risulta che il mese appena concluso abbia registrato volumi degli invasi ancora ridotti, soprattutto rispetto il mese di agosto.

Nel mese di agosto (clicca qui) gli eventi piovosi si sono concentrati in tre fasi. La prima fase ha interessato principalmente il Messinese tirrenico orientale, specialmente nel giorno 5, grazie ad una modesta circolazione depressionaria capace però di produrre nell’area rovesci significativi.

La seconda fase ha visto in modo prolungato dal giorno 13 al 19 il persistere di infiltrazioni fresche in quota in grado di produrre fenomeni ad evoluzione diurna che hanno avuto il loro culmine il giorno 16, quando il quadro si è evoluto verso condizioni più simili a quelle di una circolazione depressionaria e i fenomeni hanno coinvolto buona parte del territorio regionale.

Una terza fase instabile è stata infine registrata gli ultimi giorni del mese con la coda della perturbazione originatasi dell’evoluzione dell’uragano Erin, in grado di produrre accumuli significativi solo sul settore peloritano.

Cosa è successo nel mese di settembre?

Sulla prima decade del mese vi è poco da riportare, se non una lieve instabilità, non una vera perturbazione, per l’arrivo di un flusso atlantico fresco il giorno 3, responsabile di piogge sparse. Più significativo è stato invece il passaggio della coda di una perturbazione atlantica che tra 10 e 11 ha prodotto sulla fascia tirrenica occidentale anche eventi intensi, tra cui si segnala un nubifragio ad Alcamo la sera del giorno 10, con effetti al suolo nel tessuto urbano che lasciano presupporre accumuli localmente superiori ai 30-40 mm registrati dalle stazioni meteo più vicine, grazie probabilmente anche agli effetti orografici determinati dal Monte Bonifato.
Dopo una seconda decade dominata dall’alta pressione con pochi isolati fenomeni ad evoluzione diurna, la terza decade ha visto invece eventi più significativi prodotti da due circolazioni depressionarie che hanno interessato l’isola con passaggi piuttosto veloci ma in grado di produrre localmente eventi di una certa intensità, la prima tra il 23 e il 24, la seconda il giorno 27.
La caratteristica di questi eventi è stata quella di interessare in entrambi i casi quasi l’intero territorio regionale, producendo tuttavia le piogge più significative sul settore meridionale e sul Trapanese grazie a nuclei instabili formatisi per lo più sul Tirreno occidentale o sullo Stretto di Sicilia, che nella loro evoluzione si sono indeboliti nel loro spostamento verso Nord-Est. Anche per questo motivo gli accumuli a fine mese risultano largamente deficitari sul settore ionico e sul settore tirrenico orientale.
L’accumulo medio regionale mensile in base ai dati della rete SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) è risultato pari a 44 mm, inferiore di 19 mm alla norma del periodo 2003-2022.
Anche il numero di giorni piovosi, pari a 3,8, è stato significativamente inferiore al valore normale per settembre pari a 6 giorni piovosi.
Tra le stazioni Sias il massimo accumulo mensile di 103,0 mm è stato registrato dalle stazioni Mazara del Vallo (TP) e Licata (AG), stazione quest’ultima che il giorno 27 ha fatto registrare, con 82 mm, il massimo accumulo giornaliero.
Il massimo numero di giorni piovosi, pari a 7, è stato registrato dalle stazioni Cesarò Monte Soro e San Fratello (ME). Un solo giorno piovoso ha interessato invece le stazioni Paternò (CT) e Fiumedinisi (ME).
Come era da attendersi, gli apporti pluviometrici non hanno determinato variazioni per ora significative nella dotazione di riserve idriche, andando per adesso a ricostituire il contenuto idrico dei suoli. Pur insoddisfacenti per buona parte della regione, gli accumuli di luglio-agosto sono risultati comunque superiori a quelli dello stesso periodo del 2023, permettendo per adesso di scongiurare, unitamente agli accumuli di inizio ottobre, uno scenario autunnale analogo a quello di due anni fa.
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