Novembre in Sicilia è stato caratterizzato da instabilità molto frequenti, specie nella seconda parte del mese, con ben 22 giorni caratterizzati da precipitazioni. Tuttavia la maggior parte dei fenomeni ha interessato di volta in volta solo parti limitate del territorio regionale, riuscendo solo in tre occasioni, nei giorni 7 – 9 – 21, ad avere carattere più diffuso e beneficiando quasi l’intera regione.
Come già sappiamo, secondo quanto viene fuori dai dati, il 2024 intero è stato il più arido, caratterizzato da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Il 2025 non è da meno. Il 2023, invece, il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Abbiamo visto nei mesi scorsi che gli invasi sono sempre più secchi e le ultime piogge non sono riuscite a riempirle, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.
Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde a una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.
Nel mese di novembre, nello specifico, l’Ancipa ha raggiunto i 13,91 mmc. Il lago Arancio 4,70; il Castello 4,61; il Cimia 1,21; il Comunelli 0,21; il Disueli 0,48; il Don Sturzo 29,98; il Fanaco 1,79; il Furore 0,87; il Gammauta 0,14; il Garcia 6,84; il Gorgo 0,26; il Lentini 79,35; il Nicoletti 4,53; l’Olivo 2,68; il Paceco 1,74; il Piana degli Albanesi 6,20; il Piano del Leone 1,96; il Poma 16,24; il Pozillo 2,67; il Prizzi 1,32; il Ragoleto 4,84; il Rosamaria 16,82; il Rubino 1,12; il San Giovanni 4,32; il Santa Rosalia 9,31; lo Scalzano 4,25; lo Sciaguana 4,05, il Trinità 4,54e il Zafferana 0,01.
Nel mese di ottobre
(clicca qui) le
fasi perturbate sono state principalmente tre.
A inizio mese, a
metà, poi
alla fine, con una netta prevalenza di
configurazioni caratterizzate da circolazioni attivate
da bassa pressione in quota, quindi da un’
evoluzione molto rapida, fenomeni distribuiti in
modo irregolare sul territorio, locali
nubifragi di intensità estrema anche se su aree relativamente limitate.
Per lo stesso motivo, diverse aree interne hanno cumulato quantitativi di pioggia modesti a causa della breve durata degli eventi, più intensi e consistenti sulle fasce costiere. La precipitazione media mensile regionale in base ai dati della rete SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) risulta pari a 98,7 mm, di 14 mm superiore alla norma del periodo 2003-2022.
Il numero medio di giorni piovosi, pari a 7,8. è anch’esso lievemente superiore al valore normale pari a 7,5.
Ma cosa è successo nel mese di novembre?
Ad eccezione di due perturbazioni atlantiche con ingresso sulla Sicilia da Ovest, la maggior parte delle precipitazioni, come nel mese scorso, è stata causata da circolazioni depressionarie più frequentemente centrate a ovest dell’Isola o sul Tirreno, favorevoli quindi per i settori occidentale e meridionale, molto meno per il settore ionico.
La precipitazione media regionale mensile in base ai dati della rete SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) risulta pari a 75,6 mm contro una norma di 102 mm per il periodo 2003-2022.
Il massimo accumulo mensile è stato registrato dalla stazione Messina con 211 mm, ma degno di nota è anche il minimo registrato dalla stazione Augusta (Siracusa) con soli 4,6 mm. Il massimo accumulo giornaliero è stato registrato con 101,6 mm dalla stazione Antillo (Messina) il 9, giorno in cui sulla rete DRPC sono stati superati i 120 mm di accumulo dalla stazione Pagliara (Messina).
Il numero medio di giorni piovosi è stato pari a 8,5, valore non troppo lontano dalla norma del mese, pari a 9,4. Un dato che indica che gli eventi in fondo non sono mancati, ma sono stati meno consistenti rispetto ai normali eventi piovosi di novembre. Il numero massimo di giorni piovosi, pari a 16, è stato registrato dalla stazione Leni (Messina) sull’Isola di Salina, massimo valore della serie dal 2002, mentre le stazioni Sias di Catania e Augusta (Messina) hanno registrato 2 soli giorni piovosi, anch’essi valori estremi, paragonabili solo a quelli del novembre 2009.
Come è normale che sia, il susseguirsi di mesi con distribuzione delle piogge spiccatamente disomogenea sul territorio ha portato nel medio termine ad un’attenuazione delle differenze rispetto alla norma per gli accumuli degli ultimi 12 mesi, evidenziando scarti sia positivi che negativi, per lo più modesti. Fa eccezione il medio versante ionico, dove il deficit di piogge risulta significativo tra il versante sud dell’Etna, Piana di Catania e settore nord della provincia di Siracusa, anche se non in misura estrema come in occasione della grave siccità 2023-2024. Anche il settore Ibleo, pur se in modo più circoscritto, presenta nell’area di Ragusa un deficit in valore assoluto tra i più alti rispetto alla norma degli ultimi 12 mesi.
Accumuli nei 12 mesi inferiori alla norma continuano ad interessare anche vaste porzioni delle aree centrali. Anche questo ha contribuito fino a questo momento a produrre deflussi poco significativi verso gli invasi.
La tipologia delle piogge, caratterizzate nell’ultimo mese da numerosi eventi, intervallati però da periodi asciutti e talvolta ventosi, non ha favorito la produzione di portate significative nel reticolo idrografico, continuando in questa fase a ripristinare la capacità idrica dei suoli ma non le riserve superficiali.
Il contributo negativo delle perdite per evaporazione e per evapotraspirazione, maggiori rispetto al passato, appare pesare sui bilanci idrologici.
Le piogge del mese di dicembre, informa la rete Sias, saranno sotto particolare osservazione per verificare la capacità di ripresa di un sistema che ancora non ha potuto superare le conseguenze della siccità 2023-24.
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