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SICILIA DI GUSTO, a Marsala tra vigneti e cantine: ecco il re dei vini CLICCA PER IL VIDEO
di Roberta Mannino

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Nuova puntata di ‘SICILIA DI GUSTO’, il progetto realizzato in collaborazione con la Regione Siciliana, Dipartimento delle Attività Produttive e presentato da ilSicilia.it e Siciliarurale.eu. per valorizzare l’identità agroalimentare del ‘Made in Sicily’. Oggi, andremo tra le vigne e le cantine di Marsala, alla scoperta del Distretto Vini di Sicilia.

Un viaggio tra i territori, la cultura e le tradizioni siciliane alla ricerca di tante curiosità sull’uva e su tutti i suoi processi di lavorazione con un’attenzione particolare al re dei vini: il Marsala.

UVE DIVERSE, VINI DIVERSI

Immersi nelle verdi vigne, spicca sicuramente un particolare agli occhi: la grande varietà di uva. A spiegarci le caratteristiche che le distinguono ci ha pensato Francesco Lisciandra, sommelier. “Il grillo è una delle uve più importante per il Marsala. Ha un grappolo più grande e la buccia spessa che, al palato, sarà sinonimo di persistenza e intensità. L’inzolia è una delle uve più autoctone del territorio. Ha un acino molto più piccolo e una foglia più triangolare. Un’altra uva importante è il catarratto: è più antica ed è proprio quella che serve per il nostro Marsala bianco”.

LA STORIA DEL MARSALA

Con Francesco Lisciandra abbiamo fatto anche un breve excursus storico del Marsala. Una storia unica e molto affascinante che ha inizio nel 1773 quando “John Woodhouse, commerciante inglese di Liverpool, invece di approdare nel porto di Mazara del Vallo, per avviare delle vendite commerciali, fu costretto ad approdare a Marsala a causa di una tempesta”.

Durante la sua permanenza, Woodhouse assaggiò il vino che veniva prodotto in città, il Perpetuo. Si trattava di un vino particolarmente invecchiato che al gusto gli ricordò i vini liquorosi spagnoli, molto conosciuti nel ‘700. Lo apprezzò talmente tanto che riempì 50 botti, per farlo assaggiare ai propri connazionali. Woodhouse ebbe un colpo di genio e, in ciascuna botte, aggiunse del whisky, portato dall’Inghilterra. Il whisky si rivelò importante per proteggere il vino durante la traversata, evitando così di alterarlo. Ritornato in patria, dopo 4 mesi di navigazione, lo assaggiò nuovamente e ne rimase folgorato. Non aveva più il gusto iniziale ma si era evoluto, era migliorato. Woodhouse è stato il protagonista di un vino che oggi prende il nome di Marsala Vergine“.

LE BOTTI E IL MASTRO BOTTAIO

Ed è a questo punto che siamo entrati nella Cattedrale del vino: le cantine. Circondati dalle botti e inebriati dall’inconfondibile odore, abbiamo scoperto quanto sia importante la scelta del legno. “Utilizziamo un apposito legno, la rovere: francese, americana e della Slavonia. L’impiego delle diverse botti dipende dal tipo di Marsala che si vuole creare”.

Ma con Francesco Lisciandra abbiamo anche riscoperto un mestiere antichissimo e dalla lunga tradizione che oggi è quasi del tutto scomparso: il mastro bottaio. Non si trattava di un semplice falegname ma di uno speciale artigiano capace di costruire le botti con le proprie mani.

CARATTERISTICHE DEL MARSALA

Distinguiamo il Marsala Vergine, senza residuo zuccherino, dal Marsala Conciato. Questo vino ha tre caratteristiche importanti: colore, gusto e invecchiamento – ci ha spiegato Francesco Lisciandra –. Ci sono tre tonalità differenti: oro, ambra e rubino. Per quanto riguarda il gusto avremo tre ingredienti principali: l’alcol, il mosto cotto e la mistella. L’invecchiamento è il processo più affascinante: un Marsala che starà in botte 1 anno si chiamerà Marsala Fine, 2 anni Superiore, 4 anni Marsala Superiore Riserva, 5 anni Vergine, 10 anni Vergine Riserva”.

È un vino naturalmente ossidato – conclude – che per avere le caratteristiche che lo contraddistinguono ha bisogno dell’ossigeno, per evolvere e migliorare nel tempo”.

IMPATTO NEL TERRITORIO ED ESPORTAZIONE

L’importanza della presenza del distretto nel territorio è comprensibile se osserviamo l’enorme impatto che il Marsala ha sulla città e più in generale su tutto il territorio regionale. Ed è proprio grazie al suo vino, unico al mondo, che Marsala può vantare nel corso della storia periodi veramente d’oro, proprio come è avvenuto tra la fine dell’ ‘800 e l’inizio del ‘900. “Era una città ricca e florida, con molti stabilimenti e registrava la massima occupazione. Allora il Marsala non aveva grande concorrenza”. A raccontarcelo Benedetto Renda, presidente dell’azienda.

Prodotto dal sapore unico e inconfondibile che non conosce confini: “Il primo paese di esportazione è l’Inghilterra. Poi anche Stati Uniti, Canada e Germania”.

TURISMO ED ENOTURISMO

Anche nel campo del turismo il distretto si è rivelato decisivo. “Negli ultimi vent’anni in Sicilia è esploso l’enoturismo. Ci siamo resi conto che è la migliore strategia di comunicazione del Marsala: far venire qua la gente, far assaggiare, far conoscere la storia, la cultura, la tradizione, la vigna e la storia delle famiglie che hanno prodotto questo vino”. Ci ha spiegato Benedetto Renda.

Aspetto che abbiamo approfondito anche con Salvatore Lombardo, presidente dell’associazione Strade del Vino di Marsala Terre d’Occidente: “Abbiamo il compito di far venire i turisti nel nostro territorio e far conoscere e visitare le nostre aziende ed eccellenze. Il turismo enogastronomico è una delle molle principali per far conoscere e girare il territorio”.

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