Sicilia e siccità sembrano legate ormai da un connubio complicato che rende complesso lo scenario nell’Isola in molti dei suoi settori nevralgici di produzione, restituendo inoltre l’istantanea di una crisi idrica che non esclude articolate soluzioni di razionamento in tutto il territorio. Ma soprattutto, in assenza di fatti nuovi sostanziali e di un livello di precipitazioni che renda meno asfittico il range di piovosità della Sicilia, lo spettro di rivivere la situazione del 1990 e del 2002 che ha avuto bisogno dell’intervento della Protezione civile per il foraggio, l’acqua negli allevamenti e la “rottamazione dei bovini”, si profila come un concreto rischio.
Dopo un 2023 caratterizzato dall’avanzata della siccità che ha interessato prevalentemente il Nord Italia, in questo inizio anno la situazione si è completamente ribaltata. Siccità, piogge scarse e temperature elevate hanno interessato proprio la Sicilia.
La Sicilia è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche in compagnia di Marocco ed Algeria, questo è quanto viene riportato dall’Osservatorio europeo sulla siccità, secondo un documento pubblicato dall’assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea.
La situazione è particolarmente preoccupante, solo abbondanti precipitazioni primaverili potrebbero risolvere quello che si prospetta essere un quadro assolutamente drammatico. L’agricoltura siciliana ad oggi si trova ad essere il comparto più a rischio, allevamenti zootecnici, grano duro e tutte le colture ortive e arboree (agrumi, fruttiferi, vite e olivo) dovranno fare i conti con l’assenza di riserve idriche nel terreno, nei pozzi, nei laghetti aziendali e nelle dighe. Il comparto agricolo paga un servizio che non riesce a raggiungere le utenze come è necessario.
Le piogge del 2023 circa 588 mm ricadono nella media climatica ma nascondono in realtà un bilancio problematico più di quanto non appare a prima vista. Tutto ciò si riversa sui pascoli verdi che con la carenza di fieno, oltre ai suoi costi lievitati oltre il 100%, compromette in primis la salute degli animali.
Raggiunto il record di temperatura massima a gennaio 2024 soprattutto a Catania con 23,9 gradi. A farne le spese sono gli agrumi, che con le alte temperature e le scarse precipitazioni hanno ridotto le pezzature e aumentato i costi di produzione. Anche la raccolta di uva ne risente, abbiamo un calo medio regionale della produzione che va oltre il 40% (con punte del 70% in provincia di Trapani). La mappatura della crisi idrica oscilla, infatti, tra zone di severa ed estrema siccità.
A preoccupare particolarmente sono le condizioni degli invasi siciliani, la cui capacità è limitata dal sedime che si accumula sui fondali e che si stima occupi fino al 40% della capacità totale di stoccaggio. Ciò non consente più di assolvere pienamente la loro funzione di calmieratrice delle piene e nemmeno quella di riserva di acqua.