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Siccità, l’acqua c’è ma non può essere utilizzata: il paradosso della diga di Lentini
di Annalisa Ciprì

Se non piove le dighe non si riempiono, e questo è chiaro. Alcune di quelle presenti nel territorio siciliano sono completamente a secco, se non la maggior parte. L’unica virtuosa, quella di Lentini, in provincia di Siracusa, sta attraversando un problema strutturale che non è da sottovalutare.

L’unico invaso nella provincia siciliana che ha una buona riserva d’acqua è inservibile a causa delle pompe di sollevamento non funzionanti. È il paradosso del lago di Lentini. Una denuncia che viene fatta da tempo ma che non trova un risvolto positivo, ed è ancora più eclatante dato la situazione che stiamo attraversando.

La siccità sta mettendo in ginocchio tantissimi agricoltori in tutto il territorio. Nella piana di Catania, il biviere di Lentini, nel territorio di Siracusa, ha una buonissima quantità di acqua con una capacità di invaso di 80 milioni di metri cubi, eppure la centrale di sollevamento è in avaria. Mancata manutenzione e e valvole non funzionanti portano ad una perdita di acqua notevole. Per irrigare le colture, infatti, gli agricoltori devono ripiegare in pozzi privati.

La diga ha una superficie di 12 chilometri e il primo invaso era stato realizzato grazie ai finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno negli anni Settanta. Il primo collaudo è avvenuto circa 30 anni fa. Parliamo di una riserva naturale, che però oggi si trova ad essere una risorsa fondamentale per l’agricoltura, per tutta l’area della piana di Catania.

Il Consorzio di Bonifica ha ricevuto un finanziamento di circa due milioni di euro per un progetto che prevede il potenziamento dell’impianto di sollevamento dal lago. Due linee di pompaggio che consentirebbero di attingere alle acque della diga, con l’obiettivo di far arrivare l’acqua a tutte le aree circostanti. Ma la data della fine dei lavori non è ancora certa. “Centinaia di persone rischiano il posto di lavoro a causa di una tubatura”. Un sistema illogico e irresponsabile, un sistema che va molto a rilento e solo in alcune zone.

È paradossale quanto sconcertante la vicenda che riguarda i lavori per il sollevamento dell’acqua dalla diga di Lentini e per le aziende dell’area del catanese. Sono opere indispensabili per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole ma nonostante le denunce di anni, nonostante la sollecitazione, nonostante i lavori siano iniziati ancora non si intravede la fine“. Lo afferma il presidente Coldiretti Catania, Andrea Passanisi. “Un ritardo che non è più concepibile – aggiunge – e anche aziende florovivaistiche oltre a quelle agrumicole, che hanno una grande forza lavoro, rischiano di limitare la produzione con licenziamenti e cassa integrazione. Bisognerebbe lavorare giorno e notte per risolvere questo problema e non andare a “stop and go”. La siccità in Sicilia non è più una calamità ma un vero e proprio allarme sociale anche perché non si intervenire nell’accelerazione di lavori“.

Nei lavori sono compresi per la prossima stagione anche l’installazione di altre tre pompe (per una portata da sollevare di circa 900 l/s) per poter potenziare in qualche modo il sistema di sollevamento già esistente. L’assessorato regionale all’Agricoltura stava anche valutando la possibilità di promuovere la realizzazione di un impianto fotovoltaico flottante per la produzione di energia elettrica, considerato che il Lago di Lentini si trova quasi al livello del mare. Il ripristino di una infrastruttura che è di particolare importanza per la zona agrumicola, consentirà di estendere ulteriormente l’irrigazione.

Oggi la diga di Lentini è un’arteria per l’agricoltura.C’è un progetto, ci sono dei lavori che vanno assolutamente ultimati, soprattutto in un momento in cui manca l’acqua. Sta diventando una barzelletta, una situazione mortificante. Sono due mesi che chiediamo seguito ma non ci arriva nessuna risposta“.

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