(di Redazione) Agricoltori furibondi e pronti a scendere in piazza. E quelli della Piana di Catania, forse più di altri. Piovono, infatti, avvisi dei ruoli consortili con cifre a molti zeri con cui il Consorzio della Sicilia orientale cerca di recuperare le somme a conguaglio relative agli anni passati in cui, a casa di calamità naturali, sono stati spesso sospesi.
Al fianco degli agricoltori la Cia Sicilia orientale che lancia lancia l’ultimatum al Governo regionale: «La Regione sospenda immediatamente i ruoli consortili che continuano a gravare come un macigno sugli agricoltori della Piana di Catania ormai allo stremo e pronti a scendere in piazza». Numerose sollecitazioni, poi, sono state indirizzate anche ai deputati e ai capigruppo all’Ars perché accelerino l’iter legislativo della riforma dei Consorzi di Bonifica.
Sui Consorzi di Bonifica niente più rinvii
«Dopo decine di appelli e innumerevoli incontri, l’ultimo ad agosto scorso, con il Commissario del Consorzio di Bonifica della Sicilia orientale Francesco Nicodemo – ricorda il presidente Giuseppe Di Silvestro – ancora oggi torniamo a ribadire la necessità che il Governo regionale si attivi con azioni non più rinviabili: dalla immediata sospensione dei ruoli consortili e all’apertura di un tavolo tecnico regionale in cui, da una parte si discuta e si riveda l’aumento sconsiderato della tariffa 2019 e del conguaglio 2018, maggiorato rispetto alla previsione di spesa del 40%, e dall’altra si affrontino le questioni legate ai disservizi e alle reti fatiscenti».
Solo una via d’uscita, quella legislativa
«La situazione è critica e da questa si può uscire solo con un intervento della Regione – ha ribadito Giosuè Catania, per la Cia responsabile regionale dei Consorzi di Bonifica – sia in termini di programmazione, sia mettendo i soldi per coprire i debiti, che non possono pesare sulle spalle degli agricoltori, addossando loro la responsabilità di una cattiva gestione che va imputata solo ed esclusivamente ai Consorzi. Bisogna uscire da una situazione impantanata aumentare i servizi per garantire più incassi, riducendo complessivamente i costi. È poi tempo che l’Ars approvi il disegno di legge sulla riforma dei Consorzi di bonifica, ma con le opportune modifiche, da noi più volte invocate, e non prima che si sia trovato il meccanismo per “liberare” i nuovi consorzi e le future governaces dal debito pregresso, causato da una cattiva gestione del passato, in modo da poter affidare gli enti ai veri titolari, cioè gli agricoltori, e chiudere definitivamente l’era dei commissari».
Cosa serve agli agricoltori
«Gli agricoltori – aggiunge Giuseppe Di Silvestro – chiedono che venga messo ordine nei servizi e nella gestione, garantendo le manutenzioni su reti obsolete, superando vecchi e dispendiosi sistemi di distribuzioni in alcune aree, mettendo in sicurezza e completando gli invasi, definendo una pianta organica di bacino che individui i reali bisogni dell’ente, provvedendo alla redazione e gestione dei piani di classifica per il riparto dei contributi, individuando i diversi tipi di intervento per l’utenza agricola ed extra agricola, affinché tutti paghino, si paghi quanto dovuto e in virtù dei benefici ricevuti, seguendo il semplice principio che chi riceve un servizio deve pagare, perché un’agricoltura di qualità merita un ente efficiente».
Con la legge regionale di stabilità del 2014 è stato definito l’ambito territoriale di operatività dei Consorzi di bonifica attraverso la costituzione di due organismi, uno per la Sicilia occidentale comprendente le strutture di Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Gela e l’altro per la Sicilia orientale raggruppando i consorzi di Enna, Caltagirone, Ragusa, Catania, Siracusa e Messina. «La conseguenza di questa iniziativa – concludono Giosuè Catania e Giuseppe Di Silvestro – ha portato alla riduzione dei commissari, da 11 a 2, lasciando invariate, però, tutte le criticità del sistema».
Analoga la situazione nel Ragusano
Anche agli agricoltori ragusani in questi giorni sono state recapitate cartelle salatissime da parte del Consorzio di Bonifica della Sicilia orientale. «Bollette esose e ingiustificate – dichiara Antonino Pirrè, presidente di Confagricoltura Ragusa – a fronte di un servizio assai deficitario erogato da un ente elefantiaco e costoso. Il peso del graduale ritiro della Regione dalla compartecipazione alle spese necessarie per la sopravvivenza del Consorzio non può gravare tutto sulle spalle degli imprenditori».
«Occorre fare ricorso – spiega Giovanni Scucces, direttore di Confagricoltura Ragusa – entro 30 giorni dalla consegna della cartella. Consigliamo di controllare la Pec, ampiamente utilizzata per la notifica della stessa».