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Riqualificazione e valorizzazione per tre borghi rurali dell’epoca fascista
di Angela Sciortino

borghi rurali

(di Redazione) Quattordici milioni di euro per riqualificare e valorizzare tre borghi rurali degli anni ’40: il Borgo Lupo, in provincia di Catania, il Borgo Bonsignore, nell’Agrigentino ed il Borgo Borzellino, in provincia di Palermo.

Si tratta di tre degli otto borghi costruiti tra il 1939 ed il 1943 su decisione del governo italiano dall’Ente per la colonizzazione del latifondo siciliano. Dopo la seconda guerra mondiale questi borghi rurali passarono all’Eras (Ente per la riforma agraria in Sicilia) e poi all’Esa, l’Ente di Sviluppo Agricolo in cui confluirono tutti i beni immobili e le attività dell’Eras.

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Borgo Bonsignore

I tre borghi in questione sono ormai in condizioni di semi-abbandono, ma anche gli altri cinque costruiti nel medesimo periodo – Borgo Giuliano a San Teodoro, Borgo Portella della Croce tra Prizzi e Vicari, Borgo Petilia a Caltanissetta, Borgo Giacomo Schirò a Monreale, Borgo Vicaretto a Castellana Sicula, Borgo Baccarato ad Aidone e Borgo Antonio Cascino a Enna – non hanno avuto destino migliore. 

I finanziamenti per Borgo Lupo, Borgo Bonsignore e Borgo Borzellino sono coperti dalle risorse che provengono da un fondo speciale, istituito nell’assessorato regionale ai Beni Culturali. 

Nello specifico, per il recupero di Borgo Lupo sono stati destinati cinque milioni e 775mila euro; per i lavori di riqualificazione di Borgo Bonsignore sono stati assegnati due milioni e cinquecentomila euro; per il Borgo Borzellino, infine, sono stati stanziati cinque milioni e cinquecentomila euro.

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Borgo Borzellino

«Con questa iniziativa – afferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeciraggiungiamo due obiettivi: il recupero di uno straordinario patrimonio di architettura rurale appartenente alla storia contadina della nostra Isola che rischia di scomparire del tutto e la restituzione a territori poveri dell’entroterra di tre strutture da destinare ad attività compatibili col contesto, a cominciare dall’agriturismo o dal turismo rurale. I borghi furono elementi centrali di un processo di trasformazione del mondo agricolo e oggi, per la loro ubicazione, per la loro concezione urbanistica e per le loro architetture, rappresentano una testimonianza storica e culturale unica. Insomma, i lavori che abbiamo finanziato mirano a riqualificare e valorizzare queste aree rendendole disponibili ad ospitare strutture e iniziative che possano rivitalizzare e promuovere il territorio attraverso la creazione di centri per la conoscenza, la sperimentazione e la divulgazione di antiche lavorazioni e tradizioni contadine, associate a servizi di fruizione turistico-culturale. Il tutto con un’attenzione particolare alla sostenibilità e all’ambiente».

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