E’ una materia complessa riservata a professionisti preparati, quella dell’uso di fitofarmaci per l’agricoltura, che richiede la figura di direttore tecnico di cantiere e la prescrizione.
Basti pensare che negli ultimi 35 anni la riduzione di sostanze attive da utilizzare in agricoltura è dell’80%, passando da 1000 principi attivi a poco più di 200 di oggi e a calare del 40% è stato anche il quantitativo in tonnellate utilizzate in Italia.
E’ condivisibile il percorso intrapreso mira a ridurre del 50% l’impiego delle le molecole di sintesi in agricoltura ma si scontra con scenari produttivi aggravati dai cambiamenti climatici e dall’arrivo di avversità aliene.
Garantire la sicurezza alimentare, la difesa delle colture e dei prodotti agricoli, garantire il reddito alle aziende agricole coniugandoli con gli obiettivi ambientali è possibile, ma richiede una conoscenza agronomica consolidata e di conseguenza la prescrizione dei fitofarmaci da parte di professionisti qualificati. Uno scenario in cui le misure di prevenzione sono indispensabili. L’adozione delle nuove tecnologie, quali i droni, attende una risposta normativa dalla quale si evinca l’idoneità o il diniego dell’utilizzo di tale tecnologia, ampiamente finanziata nel tempo in termini di ricerca, come avviene, ad esempio, sia in Cina che in Giappone dove i trattamenti fitosanitari con l’uso del drone su riso sono realtà consolidata.