ARTICOLO DI MARIANNA GRILLO Se non siete mai stati a Vicari, potreste rimanere spiazzati dal siciliano particolarissimo parlato dai suoi abitanti. A differenza di molte altre realtà qui, le molteplici dominazioni che si sono susseguite nei secoli, hanno lasciato più che delle tracce, dei veri e propri solchi. A rivelarne la presenza, il linguaggio, una chiave che sa rivelare aspetti inediti dell’identità di una comunità, anche se complessa e antica come quella vicarese. Non stupitevi quindi se molte parole che sentirete, finiranno in -è: si tratta di un ricordo lasciato dagli angioini. E quando vi offriranno “cuddureddi, cubbaita e cudduruni” ma percepirete un suono della radice più simile a una “Q” che a una “C”, tenete a mente che anche gli arabi hanno lasciato il segno e non solo nella musica delle parole ma anche in piccoli…