(di Angela Sciortino) La protesta del latte arriva anche nel Sud -Est della Sicilia. A Vittoria, nella città che fu dell’oro verde, ieri è esplosa la protesta degli allevatori. In circa 150, provenienti da Comiso, Niscemi, Gela, Acate e Vittoria si sono dati appuntamento nella zona dell’ex Fiera Emaia. Hanno portato 10 fusioni ciascuno contenenti 20 litri di latte e lo hanno sversato sui terreni poco distanti dalla strada. Ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine perché la manifestazione era autorizzata, ma non lo sversamento del latte.
Gli allevatori del Ragusano producono prevalentemente latte vaccino e anche loro stanno facendo i conti con la crisi economica, l’aumento dei costi di carburanti, concimi, antiparassitari e mangimi. Il latte vaccino viene pagato agli allevatori ragusani 38 centesimi al litro; prezzo che solo in alcuni casi può raggiungere i 42 centesimi se vengono riconosciute le premialità per la qualità del latte, la bassa carica batterica, le proteine nella norma, e il benessere degli animali. Per produrre un litro di latte vaccino, però, dicono gli allevatori, occorrono non meno di 50 centesimi al litro.
E così in un anno, e solo in provincia di Ragusa, hanno chiuso i battenti cento aziende zootecniche. Che si traduce nella perdita, compreso l’indotto, di un migliaio i posti di lavoro. C’è a rischio, dunque, che si possa perdere il ricchissimo patrimonio zootecnico che insiste nella provincia più agricola della Sicilia, fatto di 30 mila vacche da latte e 1000 aziende zootecniche.
Ma se il comparto del latte piange, neanche quello dell’ortofutta se la passa meglio. Le stesse sigle che hanno promosso la protesta degli allevatori si ritroveranno oggi pomeriggio, 22 febbraio, ancora a Vittoria, per un protesta che interesserà, stavolta, il comparto ortofrutticolo e la crisi dei prezzi dei prodotti coltivati in serra. La manifestazione si terrà dalle 17 alle 22.