(di Redazione) Il pomodoro siccagno di Corleone, eccellenza gastronomica della zona, potrebbe diventare il primo prodotto a marchio Igp e Dop del territorio.
L’amministrazione comunale, di concerto con il tessuto imprenditoriale locale, ha già programmato la possibilità di presentare la domanda di riconoscimento al Ministero delle Politiche agricole e forestali.
E per cominciare a far girare il nome, domenica 22 settembre, il pomodoro siccagno sarà il protagonista del “Siccagno Fest”. Si comincia alle 16.30 all’interno della villa comunale con i saluti del sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, e dell’assessore regionale per l’Agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca mediterranea, Edy Bandiera. Seguono gli interventi di Paolo Inglese e Giuseppe Di Miceli dell’Università di Palermo, Rosario Schicchi, direttore dell’Orto botanico dell’Università di Palermo, Francesca Cerami, direttore dell’Istituto per la promozione e la valorizzazione della dieta mediterranea, Rosellina Mantini, presidente di Altura (l’associazione che recentemente ha organizzato ad Aspra “Ciuaru ri astrattu”), Vincenzo Pisa, presidente della cooperativa Rinascita di Valledolmo.
A seguire, corso dei Mille si trasformerà in una lunga fiera con degustazioni e vendita di prodotti tipici locali. Oltre al pomodoro, si potranno gustare formaggio, miele, pane, zucche, vino e altro. «Questa prima manifestazione che celebra il pomodoro siccagno si inquadra nelle attività programmate da questa amministrazione – dichiara il sindaco Nicolò Nicolosi – in cui ai temi della legalità e della cultura, affianchiamo anche la valorizzazione dei prodotti e della tradizione corleonese, di cui il pomodoro siccagno è la punta di diamante».
Il pomodoro siccagno corleonese vanta una lunghissima tradizione ed è stato oggetto di numerosi studi. Ha dimostrato di avere ottime proprietà nutrizionali, tanto da essere inserito dai nutrizionisti all’interno di un regime alimentare sano ed equilibrato, elemento indispensabile della dieta mediterranea, già inserita nell’elenco dei beni immateriali dell’Unesco.
Povero di calorie, fornisce un ottimo apporto di minerali e oligoelementi, oltre ad contenere molte vitamine e antiossidanti.
La tradizione impone la coltivazione in asciutto del pomodoro, da qui il nome siccagno. Viene pertanto sfruttata la fertilità dei suoli del Corleonese, capaci più di altri di apportare un adeguato livello di acqua e di nutrienti.
Afferma Calogero Scalisi, assessore all’Agricoltura: «Arriva il momento in cui l’eccellenza e il territorio devono trovare il giusto riconoscimento nello scenario economico, culturale e turistico della città. Il pomodoro siccagno racchiude caratteristiche di qualità tali da consentire a Corleone di affacciarsi con orgoglio sullo scenario dei prodotti che raccontano la sicilianità nel mondo. Imprescindibile sarà per questo assessorato traghettare il siccagno nel mondo delle Dop e delle Igp. Un lavoro che parte oggi, in occasione della prima sagra del pomodoro corleonese, e che ci vedrà impegnati nell’ottenimento di questo risultato».
«L’aver individuato come percorso di valorizzazione l’iscrizione del pomodoro siccagno di Corleone come Dop e Igp permette a questo settore produttivo di guardare al futuro con ottimismo. Le certificazioni creeranno valore di mercato, potenziando le capacità imprenditoriali del nostro territorio», commenta l’assessore per l’Ambiente Luca Gazzara.
«Il particolare microclima del territorio di Corleone – dice Walter Rà, assessore comunale alla Cultura e al turismo – fanno sì che questo pomodoro abbia caratteristiche organolettiche uniche che meritano di essere evidenziate valorizzando un prodotto che fino a questo momento non ha ricevuto l’attenzione che merita. L’obiettivo che ci poniamo a medio-lungo termine è quello di fare di Corleone una nuova Sammarzano o una nuova Pachino».