(di Redazione) I dirigenti della Confederazione Italiana Agricoltori – Sicilia Orientale incontreranno oggi pomeriggio alle 16, presso il Municipio di Lentini, i sindaci del comprensorio che lo scorso 18 ottobre è stato colpito dalla straordinaria ondata di maltempo.
Obiettivo, sottoscrivere un documento contenente le richieste da inviare al governo nazionale e che verrà materialmente consegnato giovedì prossimo, 8 novembre, anche al presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, durante la sua visita in Sicilia ad alcune aziende particolarmente danneggiate dall’alluvione.
«Ai nostri occhi si presenta una situazione drammatica – dichiarano il presidente Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro e il direttore Graziano Scardino – provocata non solo dalle piogge abbondanti e battenti ma anche dall’esondazione di quattro fiumi che attraversano il territorio: il Gornalunga, Dittaino, Simeto e San Leonardo che hanno gettato sui terreni fango e detriti, non riuscendo a far confluire le acque a mare. I danni, sia alle produzioni che alle strutture, sono di parecchie centinaia di milioni di euro. Quasi tutti gli agrumeti e i campi di ortaggi sono andati distrutti, anche i giovani agrumeti, realizzati con tecniche all’avanguardia, sono stati interamente sommersi dai detriti, sradicati e trascinati a valle, così come gli impianti irrigui e le recinzioni».
Già all’indomani dell’emergenza, Di Silvestro e Scardino avevano sollecitato la costituzione di una cabina regia unica, dove Genio Civile, Consorzio di bonifica, Ente di Sviluppo Agricolo, Protezione Civile, Assessorato all’Agricoltura e organizzazioni professionali agricole, riuscissero insieme, e senza rimpalli di responsabilità, a monitorare i danni, concertare le misure future per la regimazione delle acque, effettuare i sopralluoghi di rito, come prevede l’attuale normativa sui danni in agricoltura provocati da calamità naturali, e intervenire tempestivamente in opere preventive, come per esempio, l’avvio di una seria e radicale bonifica dei fiumi.
«Dal 13 agosto scorso assistiamo a piogge torrenziali che testimoniano il cambiamento delle condizioni climatiche con cui dobbiamo fare i conti – ricordano Di Silvestro e Scardino – l’unica azione che è stata fatta, e per altro dalla Cia più volte sollecitata, è stata il taglio degli arbusti e delle canne, ma tutto questo materiale è rimasto depositato all’interno dell’alveo, che nella notte del nubifragio hanno creato un effetto tappo. La pulizia non è quindi sufficiente. Un altro lavoro che andrebbe fatto, non semplice e abbastanza oneroso, è l’abbassamento del letto dei fiumi, perché in alcuni punti sono più alti dei canali che gli agricoltori, con investimenti propri, hanno scavato per fare defluire le acque dai propri terreni».
«Chiediamo – aggiungono presidente e direttore di Cia Sicilia orientale – che nel prossimo Piano di Sviluppo Rurale siano previste misure che contengano a monte i fenomeni erosivi per far fare fronte a queste calamità sempre più frequenti».