Pina Terenzi resta alla guida di Donne in Campo, l’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditrice vitivinicola di Serrone, nel Frusinate, è stata confermata nella carica di presidente nazionale dalla VI Assemblea elettiva, riunita oggi a Roma all’Auditorium “G. Avolio”, e composta da 108 delegate in rappresentanza di tutta Italia.
“Voglio ringraziarvi per il supporto e la fiducia rinnovata. Questa rielezione per me è un onore -ha detto Terenzi- e una grande responsabilità nei confronti delle oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane. Nel settore primario, le donne hanno avuto il merito di trasformare la creatività e la cura dell’altro in vera innovazione economica e sociale: dall’agriturismo alla vendita diretta, dall’agricoltura sociale alla difesa della biodiversità, fino agli agri-asili e allo sviluppo degli agritessuti, sempre con un occhio alla sostenibilità”.
Per questo, ora più che mai, “bisogna impegnarsi e lavorare per un reale cambio di visione -ha annunciato Terenzi-. Bisogna investire risorse ed energie in Donne in Campo, consolidare gli uffici e i gruppi sul territorio, rafforzare i rapporti con le parti sociali e la collettività, con la consapevolezza che la riabilitazione dei valori femminili è una delle chiavi di volta per costruire un futuro diverso”.
Proprio a questo fine, è stato presentato in Assemblea il “Manifesto delle donne per la Terra”, una Carta dei valori, ma anche un Documento programmatico, che ora è possibile sottoscrivere al link https://www.donneincampo.it/manifesto. L’obiettivo è farlo firmare a più persone possibili, e costruire così un’alleanza “fortissima” tra le donne di tutto il mondo “per la vita, l’ambiente, la pace”. Perché oggi, dopo una pandemia globale, mentre c’è una drammatica guerra in corso, con grandi cambiamenti e nuove sfide davanti, da quelle geopolitiche a quelle climatiche, “le donne devono essere là dove si decide. ? un’occasione storica e una grande battaglia per la governance”.
“Dobbiamo dare forza alle donne perché guidino culturalmente e democraticamente le prospettive comuni -ha continuato la presidente di Donne in Campo Cia, leggendo il Manifesto-. C’è bisogno di una visione univoca tra le donne che sono nei luoghi strategici del pianeta, nelle campagne, nelle case, nei luoghi di potere”. In questa fase “le sfide non sono distinguibili: la battaglia per un’agricoltura competente, quella per la sopravvivenza dell’umanità, per i diritti dei più deboli, per la giustizia, la nutrizione, la pace, la salute e l’educazione. Per questo -ha concluso Terenzi- le donne impegnate in agricoltura vogliono far sentire la propria voce, insieme a quella di tutte le altre”.
“In Italia, nonostante i passi avanti, c’è ancora un tasso di occupazione femminile più basso della media Ue -ha dichiarato il direttore generale di Cia, Claudia Merlino, aprendo l’Assemblea-. Un gap che deve essere recuperato a beneficio di tutti, anche attraverso misure ah hoc come la fiscalità di genere. Nel PNRR ci sono all’incirca 3 miliardi di euro dedicati alle donne su un totale di 235 miliardi, si tratta di un segnale molto timido quando invece servirebbero ben altri investimenti. E non si tratta di una questione di politicamente corretto, ma di pari opportunità, le donne dimostrano ogni giorno il loro ruolo centrale e strategico, anche nella capacità di ripartire”.
“Le donne possono fare la differenza e hanno una funzione cruciale per l’ambiente e la sicurezza alimentare -ha sottolineato la presidente del COPA, Christiane Lambert, intervenendo in collegamento-. È importante, però, che le agricoltrici dispongano del sostegno e degli strumenti adeguati in tutti i settori per contribuire in modo dinamico alla tenuta delle aree rurali e della società intera. Questo significa aiutare e semplificare l’accesso alla formazione, così come l’accesso alla terra e al credito”.
“Ancora di più oggi c’è bisogno di un’alleanza che parte dalle Donne in Campo -ha chiosato la presidente dell’Istituto Alcide Cervi, Albertina Soliani- e arriva a tutte le donne, in primis della politica, per spingere al cambiamento, non solo economico ma culturale. Serve una grande iniziativa internazionale per lavorare a una nuova Europa che metta al centro la logica della cura, il dialogo, l’umanità. Ricordando sempre che l’agricoltura protegge la terra, l’agricoltura è pace, e le donne sono le prime testimoni di questi valori”.