Sono quasi cinquantamila i maiali allevati nel Lazio a rischio per la peste suina africana (Psa) che è spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti dopo il caso di peste suina individuato nella riserva naturale dell’Insugherata nel comune di Roma, il primo fuori dalle regioni Liguria e in Piemonte dove nella zona infetta sono stati fino ad ora individuati 113 casi dal primo contagio del 27 dicembre 2021.
Una emergenza nazionale con l’adozione nelle zone interessate – sottolinea la Coldiretti – sono state adottate misure di biosicurezza con abbattimenti cautelativi di maiali, contenimento e monitoraggio dei cinghiali presenti, vincoli al trasporto di animali, limitazione alle attività nei boschi e vincoli alle esportazioni che da gennaio 2022 ha portato alla perdita di circa 20 milioni di euro al mese di export di salumi
A preoccupare è il fatto – sottolinea la Coldiretti – che solo a Roma e provincia si stima la presenza di 20mila cinghiali che rappresentano un veicolo pericoloso di trasmissione della malattia ed è pertanto importante l’avvenuta attivazione del monitoraggio nella zona interessata.
Una proliferazione che riguarda in realtà tutta la Penisola dove sono presenti secondo la Coldiretti 2,3 milioni di esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini e per le attività agricole. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.
“Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato di contenimento della popolazione dei cinghiali” chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché – precisa Prandini – è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali.
Con il caso di Roma dopo quelli individuati in Piemonte ed in Liguria c’ è il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni.