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Pericolo Aethina tumida. Appello agli apicoltori: non ritirate sciami e nuclei forniti per l’impollinazione
di Angela Sciortino

Aethina tumida

(di Angela Sciortino) In pericolo il patrimonio apistico della Sicilia e di quella orientale in particolare. L’allarme, lanciato da Vincenzo Stampa, presidente della delegazione siciliana della Fai – Federazione apicoltori italiani, riguarda l’Aethina tumida, il nuovo e temibile parassita delle api. «A noi apicoltori non mancano certo i problemi e neanche le difficoltà di vario genere, ma questa, che potrebbe essere una vera tragedia, proprio non ce la meritiamo», dichiara accorato Stampa.

Durante la stagione primaverile, secondo gli apicoltori professionisti, in Sicilia orientale sarebbero stati distribuiti nuclei di api infettati dall’Aethina tumida per il servizio di impollinazione delle colture protette.Aethina tumida

«Per colpa di alcuni delinquenti senza scrupoli – così li hanno definiti le Forze dell’Ordine – che per smania di denaro non si curano del danno che fanno a tutta la società e in particolare agli apicoltori. Il pericolo non va sottovalutato anche perché non sappiamo quanti sciami o alveari siano stati distribuiti sul territorio durante la primavera», avverte il presidente di Fai Sicilia.

Chi si dedica alla fornitura degli sciami per il servizio d’impollinazione delle colture protette, sa bene come durante la primavera appena trascorsa, la richiesta di sciami sia stata altissima. Complici, da una parte le avverse condizioni climatiche, e dall’altra la piaga dei furti di interi apiari.

«Nessuno ci vieta di pensare – continua Stampa – che questi “untori” abbiano approfittato del momento concitato della forte richiesta del servizio d’impollinazione per distribuire a ignari coltivatori sciami di dubbia o fraudolenta provenienza cosicché il problema potrebbe essere più grave di quanto possiamo immaginare».

Pertanto Stampa invita tutti i colleghi apicoltori che avessero fornito sciami nelle provincie della Sicilia orientale, a non recuperare il materiale ceduto. Si evita così di portare a casa, insieme alle api e alla cassetta, il coleottero che infesta gli alveari, esotico nell’Unione europea, in grado di determinare notevoli danni, dalla distruzione dei favi alla fermentazione del miele e al collasso della colonia. Contro la diffusione di questo temibile parassita le norme di polizia veterinaria impongono la distruzione con il fuoco dell’intero apiario.

Avverte Stampa: «Il pericolo è reale e non va sottovalutato. Le Forze dell’Ordine e i Servizi Veterinari sono allertati e stanno svolgendo il loro compito, però è indispensabile la collaborazione e l’attenzione di tutti: se vogliamo vivere di questo lavoro non abbiamo scelta».

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