“La Sicilia rischia di perdere un treno importante per lo sviluppo del territorio. A metà dicembre l’Unesco deciderà sul riconoscimento della cerca al tartufo come patrimonio mondiale immateriale dell’umanità. In Sicilia da un anno aspettiamo che l’assessorato all’Agricoltura emani il regolamento, un ritardo assurdo considerato che la legge sulla valorizzazione del tartufi siciliano è stata approvata dall’Ars ben 24 mesi fa”.
Lo dice il presidente del Centro di ricerca per la valorizzazione del tarfufo siciliano, l’avvocato Nino Iacono.
“I comuni di Palazzolo Acreide, Capizzi, Palazzo Adriano e Castelbuono sono membri della Città del tartufo, ente che in modo lungimirante si sta battendo perché l’Unesco condeda questo prestigioso riconoscimento – afferma Iacono – Appare assurdo che mentre il mondo sta riconoscendo il valore che il tartufo ha per la crescita dell’economia, in Sicilia tutto sia fermo. Mi rattrista che si rischia di non farsi trovare pronti per questioni burocratiche. Non è più possibile. Chiediamo, ancora una volta agli organi competenti di fare la propria parte e sostenere la crescita di una filiera che ha già iniziato a muovere i primi passi per tutelare cavatori, imprese di trasformazione, commercianti e attività turistiche”.