(di Luigi Noto) I primi grappoli sono stati raccolti lo scorso 5 agosto. È toccato al Pinot grigio, una cultivar non molto diffusa in Sicilia, ma presente con alcune aziende votate alla produzione di spumanti. Per vendemmiare il resto, a cominciare dalle uve bianche, si dovrà aspettare almeno un’altra settimana.
Ritardo nella maturazione a parte (8-10 giorni in media), si prevede ottima qualità e quantità di poco inferiore alla media. Queste in sintesi le previsioni per la vendemmia 2019 in Sicilia.
Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, fa il punto sull’avvio della vendemmia 2019 nell’Isola: «Una primavera fredda e piovosa su tutta la Sicilia ha fatto slittare il momento in cui i 7.500 viticoltori della denominazione Doc Sicilia – con oltre 20 mila ettari di vigneti rivendicati – hanno iniziato la raccolta delle uve. Da Trapani a Caltanissetta, da Palermo alle zone di Agrigento e Ragusa fino al Messinese, la vendemmia ha avuto inizio lunedì 5».
Nel 2018 la Sicilia ha prodotto 4,4 milioni di ettolitri di vino e la stima del 2019 si colloca tra 4,3 e 4,6 milioni di ettolitri. «Siamo sotto i 5 milioni di ettolitri di media degli ultimi anni», spiega il presidente Rallo.
«La qualità delle uve è ottima, e le previsioni meteo attuali ci consentono di essere ottimisti», commenta Filippo Paladino, vicepresidente del Consorzio di tutela della Doc Sicilia. E continuando, dichiara: «Pur con rese complessive previste in leggero calo rispetto ad una annata normale per via del meteo avverso durante la fioritura della vigna, dal punto di vista della qualità si prevede una buona annata: il primo test sulle uve Pinot grigio, infatti, evidenzia il fatto che le uve hanno tutte le caratteristiche per ottenere buoni vini».
Dei principali vitigni autoctoni parla Gaspare Baiata, presidente delle Cantine Paolini che fa parte del cda della Doc Sicilia: «Le uve di Grillo sono abbondanti e di buona qualità, il Nero d’Avola è su standard soddisfacenti». Poi, con riferimento alla provincia di Trapani aggiunge: «Le nostre cantine puntano sulla produzione di vini di qualità, quindi non è da ritenere negativo il diradamento naturale della produzione causato dai forti venti e dalle piogge durante la fioritura che colpendo le infiorescenze hanno diminuito il numero degli acini».
Da Trapani a Siracusa poi produttori e tecnici sono concordi sulla perfetta condizione vegetativa e fitosanitaria dei vigneti e delle uve. «Seppure in ritardo di dieci giorni rispetto all’anno scorso, se le condizioni meteo non subiranno cambi repentini – afferma l’agronomo Filippo Buttafuoco che opera nel comprensorio di Menfi – questa vendemmia 2019 ci consegnerà una qualità delle uve ottima: le piante hanno una parete fogliare rigogliosa, e questo aiuta la maturazione e la qualità degli acini. Le piante sono verdi, non hanno subìto stress idrici, e lasciano prevedere un bilancio finale ad ottobre di grande qualità».