(di Redazione) Distretti del cibo siciliani al via. La corsa contro il tempo per la loro costituzione partirà ufficialmente il 10 maggio data in cui dovrebbe essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione il bando per il riconoscimento dei Distretti del Cibo siciliano che è già stato anticipato sul sito web dell’assessorato all’agricoltura. Da quel momento ci saranno disponibili 45 giorni per la presentazione delle istanze.
A questa nuova forma di aggregazione l’assessore Edy Bandiera attribuisce un ruolo strategico per promuovere lo sviluppo territoriale, salvaguardare il paesaggio rurale e valorizzare le produzioni agroalimentari di qualità.
Si tratta di una occasione di sviluppo che il Gal Madonie non si farà sfuggire. Spiega Dario Costanzo, project manager del Gal Madonie: «Verranno coinvolti tutti i soggetti che all’interno dei trentaquattro comuni inseriti nel Gal, ne potranno fare parte. Due le strade: o all’interno di distretto proprio del Gal Madonie o all’interno di un distretto unico per tutta la Sicilia che valorizzi il brand “Made in Sicily”». Su questa seconda ipotesi, c’è già in atto una riflessione e un confronto all’interno dei Distretti produttivi, dei Consorzi di Ricerca regionali, dei Flag, dei Gal e dei comuni rurali e costieri di Sicilia.
«È una grande opportunità che intendiamo cogliere e mettere a sistema con tutte le iniziative in corso nel comprensorio delle Madonie – afferma il presidente Santo Inguaggiato – ma allo stesso tempo, riteniamo che questa sfida di promozione e valorizzazione del territorio e dei prodotti siciliani debba andare oltre le realtà comprensoriali e assumere un ampio respiro, possibilmente di carattere regionale».
L’istanza di riconoscimento del Distretto del Cibo potrà essere avanzata da imprenditori agricoli, singoli o associati, da imprese che operano nel settore agricolo e agroalimentare, da società cooperative, organizzazioni di produttori, associazioni di categoria, imprese del settore ittico e della pesca, imprese che operano nel settore della ricettività turistica, organizzazioni che operano nel settore della promozione del territorio ai fini della valorizzazione del patrimonio monumentale, naturale e paesaggistico, Gruppi di Azione Locale ed enti pubblici. Si potrà partecipare ad un solo Distretto del Cibo e i soggetti costituenti dovranno sottoscrivere un “Accordo di Distretto” finalizzato a rafforzare la promozione, la sostenibilità ambientale e la crescita socio economica dell’intera area territoriale. L’accordo che sarà formalizzato dovrà anche riportare gli obiettivi, il programma e soprattutto i risultati attesi.
Ogni Distretto del Cibo dovrà avere dei requisiti ben precisi e tra questi quello di operare nell’ambito di uno o più processi produttivi di cui alle filiere agroalimentari elencate nel decreto tra le quali troviamo quella agrumicola, cerealicola, della frutta secca, delle piante officinali, olivicola, mielicola, delle carni, dei formaggi e tante altre.
Il riconoscimento dei Distretti sarà curato da una commissione tecnica di valutazione appositamente nominata che dovrà tenere conto dei criteri riportati nel bando. Tra i requisiti previsti la dimensione del territorio coinvolto che dovrà comprendere almeno 10 comuni nei quali hanno sede legale o operativa le imprese partecipanti al distretto; la presenza di almeno 150 imprese agricole, singole o associate, con sede legale o operativa nel territorio regionale; almeno 300 addetti aventi i requisiti di imprenditore agricolo come numero complessivo riferito alle imprese partecipanti al distretto; almeno 5 forme associative di imprese agricole aderenti al distretto (distretti produttivi, consorzi di tutela, organizzazioni di produttori, società e cooperative agricole); almeno 3 produzioni di qualità agroalimentari regionali; almeno di 10 milioni di euro il volume di affari complessivo delle produzioni certificate ottenute dalle imprese del settore agroalimentare aderenti al distretto.
I Distretti che otterranno il riconoscimento saranno inseriti nel Registro nazionale dei Distretti del Cibo tenuto dal Ministero delle Politiche agricole e ciò consentirà di accedere a speciali contributi per lo sviluppo del territorio.