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Parco di Pantelleria, la mission della bellezza condivisa con la comunità isolana
di Angela Sciortino

Parco di Pantelleria

(di Redazione) Il Parco di Pantelleria incontra la comunità isolana. Un primo incontro molto partecipato si è tenuto al circolo Kohoutek Tracino dove, alla presenza del sindaco Vincenzo Campo, con Antonio Parrinello, direttore del Parco Nazionale Isola di Pantelleria, sono stati discussi i temi inerenti le attività economiche dell’isola e la gestione del paesaggio, con una particolare attenzione ai giovani che rappresentano il vero punto di forza per tutelare le tradizionale manualità dei lavori agricoli ai processi di industrializzazione. Il secondo incontro è in programma oggi, 30 gennaio, alle 18 presso il circolo agricolo Scauri. «Fondamentale è il percorso di studio – ha detto Parrinello durante l’ultimo incontro – la scelta dell’indirizzo agrario è la base di partenza che deve essere, poi, supportata, da aggiornamento continuo per far conoscere le produzioni locali e incentivare la commercializzazione».

Argomento centrale dell’ultimo incontro è stata la questione relativa il glifosato. La mission del Parco è quella di coltivare la bellezza, rispettando il lavoro dell’uomo; non è un caso che le sue massime espressioni, la vite ad alberello e i muretti a secco, siano riconosciuti patrimonio Unesco. L’Ente Parco non inventa nulla, ma applica quello che prevede la normativa nazionale e, che nel caso specifico, non vieta l’uso di fitofarmaci ma ne limita le quantità nelle aree protette, emanando una delibera concordata con la stessa amministrazione comunale. «Non si tratta di un’ordinanza di proibizione ma di controllo, che consente di raggiungere alti standard produttivo con la garanzia di avere prodotti biologici di qualità: elementi che diventano un valore aggiunto per la commercializzazione», ha affermato Parrinello. 

Il Parco avvierà, a breve, alcune sperimentazioni per trovare formule di trattamento con composti a basso impatto ambientale e non nocivi per la salute. Alla base ci sono le convenzioni che il Parco ha stipulato con accreditati istituti di ricerca: la Novamont, l’Università Bocconi e l’Università di Palermo. Presto inizierà una sperimentazione con l’acido pelargonico, potente erbicida estratto dall’olio di cardo. Sulla base della convenzione stipulata con il Dipartimento Agribusiness della Bocconi verranno costruiti modelli di business adattati alle esigenze dell’isola che si pongano l’obiettivo di incrementare il reddito degli agricoltori e invogliare il ricambio generazionale. Mentre con il Dipartimento di Meccanica agraria del Politecnico di Torino prenderanno il via alcune sperimentazioni di macchine per la lavorazione dei terreni in linea con le esigenze dell’agricoltura pantesca.

Il dialogo con il territorio che l’Ente Parco ha avviato presso alcuni circoli dell’isola vuole essere una vera metodologia operativa. L’obiettivo è fare del Parco uno strumento a disposizione degli agricoltori, capace anche di tutelare il loro reddito, attraverso specifici provvedimenti che riguardano l’impiego delle aziende agricole per la sistemazione di strade e muretti, l’estirpazione e il reimpianto, le regole per la bruciatura delle stoppie.

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