(di Redazione) Anche la Sicilia olivicola sarà al fianco dei “Gilet arancioni” pugliesi nella mobilitazione in programma a Roma giovedì 14 febbraio per chiedere interventi urgenti e non più rinviabili, a sostegno dell’olivicoltura.
«La battaglia che oggi sta conducendo la Puglia, è la battaglia di tutti noi e di tutta l’Italia dell’olivicoltura – afferma Giosuè Catania, presidente dell’Apo (Associazione produttori olivicoli) di Catania – è arrivato il momento che la politica nazionale inserisca tra le sue priorità quella del rilancio del comparto olivicolo/oleario, difendendo l’olio extravergine di oliva 100 per cento italiano, prodotto simbolo del Paese e della dieta mediterranea nel mondo».
La Sicilia, che fonda la sua peculiarità sulla biodiversità, con sei prodotti a Dop ed una Igp di recente costituzione, è fortemente impegnata per affermare sul mercato un prodotto di grande qualità le cui caratteristiche sensoriali ed organolettiche rappresentano per i consumatori l’univocità di un territorio vocato ed eccezionale. «Per questo motivo – sottolinea Giosuè Catania – abbiamo la necessità di definire una moderna strategia di sviluppo a medio termine che incrementi le superfici olivicole con cultivar autoctone, riduca i costi di produzione, promuova il prodotto e l’identità territoriale, intervenga con strumenti finanziari semplici e innovativi per favorire l’inserimento delle giovani generazioni. É necessario un vero e proprio piano che rafforzi il sistema dei controlli per evitare le contraffazioni e le importazioni di prodotti di pessima qualità che magicamente ci troviamo sugli scaffali a più o meno a 3 euro a danno dei consumatori»
Massima preoccupazione, poi, per l’avanzata della Xylella che sta distruggendo gli ulivi pugliesi creando un disastro economico per le imprese agricole e un danno incalcolabile al territorio e al paesaggio. «È un problema nazionale ed europeo e come tale va affrontato – afferma il presidente dell’Apo – con misure dirette ed incisive sul territorio per evitare il pericolo di propagazione dell’epidemia con grave danno all’economia rurale olivicola e grave rischio di diffusione ad altre regioni ed aree olivicole mediterranee».
Spetta al governo nazionale, secondo Catania, dare segnali di attenzione e risposte concrete all’olivicoltura italiana, il comparto che registra una delle peggiori annate produttive, complici anche le ripetute avversità atmosferiche che hanno messo a dura prova l’economia del territorio.