“Combattere le frodi per tutelare chi produce con onestà, sacrificio e rispettando le regole. In Italia nessuno spazio per chi vuole operare fuori dalla legge”. Così il Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha voluto esprimere il proprio “grazie alle Forze dell’Ordine per il loro lavoro costante a difesa della qualità italiana e della salute dei cittadini”, a seguito dell’attività effettuata a tappeto dai Carabinieri del NAS sulle produzioni olearie italiane d’intesa con il Ministero della Salute.
Un servizio che ha comportato ispezioni di frantoi, aziende ed esercizi produttivi e commerciali, e che si è concluso con il sequestro di oltre 46 mila litri di olio.
Anche Coldiretti e Unaprol hanno commentato positivamente la vasta attività di controllo, rilevando che “con il calo della produzione a livello mondiale che ha fatto balzare i prezzi in Italia del 34% in media nel 2023, è importante intervenire per sventare le frodi, difendere la produzione nazionale e garantire la sicurezza alimentare dei cittadini”.
La campagna di verifiche nel settore oleario, è stata eseguita dai carabinieri per la tutela della salute nei mesi di novembre e dicembre ed ha portato, inoltre, alla denuncia di 26 persone, su scala nazionale.
Complessivamente, i Nas hanno eseguito 1.250 ispezioni agli addetti della filiera, accertando situazioni di irregolarità presso 256 aziende ed esercizi commerciali. Le 26 denunce sono state principalmente per reati di frode in commercio e vendita di prodotti alimentari non genuini, alle quali si aggiungono 202 imprenditori sanzionati per violazioni amministrative, per un ammontare complessivo di 189 mila euro, a causa della carente pulizia e manutenzione degli impianti e delle aree di lavorazione, l’omessa applicazione delle procedure di tracciabilità e di registrazione dell’olio prodotto, in alcuni casi associati con lo stato di abusività dei frantoi. Complessivamente, sono state sospese 22 attività ed eseguito il sequestro di oltre 46 mila litri di olio non censito o dichiarato di qualità superiore rispetto alla realtà.
Obiettivo della campagna di controlli, informa una nota, la difesa del consumatore e dell’intero settore produttivo dell’olio di oliva, al fine di identificare ed isolare eventuali operatori scorretti a salvaguardia dell’imprenditoria sana della filiera produttiva e distributiva.
Tra le irregolarità che i militari hanno accertato in diverse parti del territorio italiano ci sono state, per lo più: la vendita di “olio lampante di oliva” etichettato quale “olio extra vergine di oliva”; la vendita di una cisterna con olio dichiarato extra vergine di oliva fornendo all’acquirente una certificazione di analisi chimica risultata falsa (a seguito dagli esiti di laboratorio); il tentativo di esportare la cisterna in Albania, presso un proprio stabilimento, al fine di utilizzare l’olio, dichiarato extra vergine di oliva, per la produzione alimentare di “conserve sottolio ittiche”; la detenzione di olive prive di qualsiasi informazione sulla loro provenienza e rintracciabilità; il rinvenimento di olio di oliva privo di tracciabilità; lo stoccaggio di prodotti oleari in contenitori anonimi, privi di indicazioni relative alla tracciabilità e all’origine; l’attivazione di uno stabilimento di imbottigliamento olii in assenza di autorizzazione ed in pessime condizioni igienico sanitarie; il possesso olio extravergine di oliva destinato alla commercializzazione senza che fosse stata attuata correttamente la tracciabilità.