L’olio extravergine d’oliva italiano va nello spazio, per condire i pasti degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: ad annunciarlo è l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) in occasione della Giornata internazionale dell’ulivo.
Quattro selezioni di altissima qualità saranno inserite nel carico di provviste che accompagneranno l’astronauta europea Samantha Cristoforetti che partirà in primavera in una nuova missione spaziale.
Il carico prevede una selezione 4 differenti selezioni di olio extravergine che faranno da ‘ambasciatori’ delle 533 varietà del nostro paese e saranno inseriti all’interno del cosiddetto bonus food dall’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ossia le specialità che ciascun astronauta può scegliere di portare con sé a integrazione della dieta standard prevista. Gli oli, distinti ed etichettati in base a intensità e profilo sensoriale, saranno a disposizione dell’equipaggio per accompagnare una specifica tipologia di cibo: carne, pesce, verdure e uno per esaltare i sapori più intensi. Ma gli oli saranno anche protagonisti di un inedito esperimento sugli effetti della permanenza nello spazio su questo importante alimento.
L’idea di portare nello spazio uno dei tesori della dieta italiana nasce da un accordo siglato da Asi con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), con la collaborazione di Coldiretti e Unaprol (il Consorzio Olivicolo Italiano), ha lo scopo di sottolineare l’importanza del patrimonio agroalimentare italiano, valorizzare e sensibilizzare un asset nazionale strategico per l’export del Paese, oltre che promuovere i principi di una corretta alimentazione. “Gli extravergini selezionati per il progetto – si legge in una nota Asi – sono accomunati da un alto contenuto in antiossidanti naturali, che sono essenziali per chi, come gli astronauti, è sottoposto a condizioni di intenso stress psico-fisico”.
“Un progetto lanciato il occasione della Giornata Mondiale dell’Ulivo – afferma Coldiretti – per sottolineare l’importanza di valorizzare un patrimonio dell’export nazionale e della Dieta Mediterranea messo a rischio dal batterio della Xylella e dalle etichette a colori Nutriscore che escludono dalla tavola alimenti sani e naturali noti da secoli come l’extravergine per favorire invece prodotti artificiali di cui, in alcuni casi, non è nemmeno nota la ricetta”