(di Redazione) Si terrà domani 4 ottobre alle 16 presso la Camera di Commercio di Catania l’audizione pubblica per la presentazione della proposta di modifica del disciplinare di produzione della Dop Monte Etna.
Nel corso della riunione di pubblico accertamento sarà data lettura della proposta di modifica alla presenza dei funzionari ministeriali e dell’assessorato regionale all’agricoltura. Le principali modifiche riguardano l’adeguamento del disciplinare alle normative vigenti, la modifica dei parametri relativi all’acido linoleico e linolenico, l’ampliamento del territorio con l’inclusione della zona orientale del vulcano Etna e la conseguente nuova perimetrazione amministrativa.
Attualmente sono 19 sono i comuni delimitati e ricadenti nell’areale Dop Monte Etna. Con la nuova proposta di ampliamento ne verrebbero inglobati altri 30, dando così la possibilità ai produttori e alla filiera olivicola olearia di poter cogliere nuove opportunità economiche. La Dop Monte Etna comprende attualmente circa 5.500 ettari di oliveti nelle province di Catania, Messina ed Enna per un totale di circa 750 mila piante e circa 5 mila aziende potenzialmente interessate ma non tutte certificate Dop. Spiega Giosuè Catania, che oltre a presiedere il Consorzio di Tutela è anche presidente di Apo (Associazione produttori olivicoli): «Attualmente la Dop Monte Etna riguarda circa 45 soggetti di filiera fra produttori, frantoiani e confezionatori, con 150 ettari di superficie certificata e da 400 a 500 quintali di olio prodotto. La proposta prevede l’inclusione di altri 1400 ettari con 160 mila piante e altre 1.200 aziende di piccola e media dimensione. Si tratta di un’occasione imperdibile per continuare a produrre extravergine di qualità e aggiungere valore a un territorio che registra sempre maggiore interesse sotto il profilo turistico, naturalistico ed enogastronomico».
«Ci auguriamo che la proposta di modifica del disciplinare ottenga la giusta attenzione in tempi rapidi», afferma il presidente regionale della sezione olivicola di Confagricoltura Giovanni Selvaggi. «In particolare pensiamo sia indispensabile l’ampliamento dell’area compresa nella Dop – continua Selvaggi – considerate le caratteristiche agronomiche e territoriali comuni tra l’area già compresa nella Dop e quella di cui chiediamo l’ammissione».
In caso di approvazione da parte dell’assemblea e senza osservazioni da parte del Ministero, il disciplinare passerà all’esame finale della Comunità Europea che ne darà così comunicazione ufficiale attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta.