(di Angela Sciortino) Il gran consulto. È in genere quello che si cerca quando il malato è grave. E l’agricoltura siciliana, a dirla tutta, non sta proprio messa bene. Inutili, e a volte anche dannose, le cure a base di grandi risorse (in molti casi da erogare) sulla scorta di bandi cuciti secondo modelli agricoli che in Sicilia non ci sono ancora.
E allora che fare? Di fronte a un’agricoltura che in molti comparti mostra segni di stagnazione, è il caso di chiamare tutti gli attori in causa per cercare le cure migliori. Per questo oggi l’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera ha firmato un decreto con cui viene istituito un sistema di governance regionale dell’agricoltura partecipato.
Il gruppo nella sua composizione ricorda molto il Consiglio regionale dell’Agricoltura che funzionò per qualche decennio celebrando molti anni or sono anche una partecipatissima Conferenza regionale dell’agricoltura.
Il nuovo gruppo di lavoro, un vero e proprio pensatoio, ma anche sede della concertazione tra la politica e l’amministrazione regionale e le forze produttive dell’Isola impegnate in agricoltura, è finalizzato al raggiungimento di obiettivi di crescita e sviluppo del settore e ad affrontare un insieme di sfide complesse che coinvolgono decisioni partecipate a livelli differenziati, regionale, nazionale e comunitario.
Del sistema di governance regionale fanno parte: l’Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, la Cia – Confederazione Italiana Agricoltori), la Coldiretti, la Confagricoltura – Confederazione generale dell’agricoltura italiana, la Copagri – Confederazione dei produttori agricoli, l’Agci – Associazione generale cooperative italiane, la Confcooperative – Confederazione cooperative italiane, la Legacoop; il Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati della Sicilia; la Federazione regionale Dottori agronomi e forestali della Sicilia; la Federazione regionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati della Sicilia; l’Anci (Associazione dei comuni siciliani); i Gal (Gruppi di azione locale) e le Università degli Studi di Palermo, Messina, Enna e Catania.
Tra gli obiettivi: l’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020; la nuova Programmazione Europea 2021-27; la predisposizione di strumenti normativi regionali in grado di valorizzare la peculiarità e l’identità dei sistemi agricoli siciliani, che risultano molto diversificati nelle nove province siciliane; la valorizzazione della diversità e ricchezza dei territori rurali; la gestione dei rischi derivanti da volatilità dei prezzi agricoli e cambiamento climatico; la necessità di differenziare e caratterizzare le produzioni in termini di qualità e di legami con la zona di produzione; la sicurezza alimentare ed ancora il raggiungimento dei mercati locali e globali.
Per l’Assessore per l’Agricoltura, Edy Bandiera: «L’esigenza di lavorare in maniera compiuta alla nuova programmazione 2020-2027 e le sfide poste oggi da processi di carattere globale, dai mercati liberalizzati, dai cambiamenti climatici, oltre che dalle modalità di consumo, ci impongono delle nuove e costanti forme di interazione fra istituzioni pubbliche, organizzazioni professionali e associazioni di categoria delle filiere agricole, in grado di adottare strumenti di politiche innovative e perfettamente aderenti alle reali esigenze della nostra agricoltura. Con la istituzione di questo qualificato sistema di concertazione e governance, ci poniamo nelle condizioni migliori per instaurare i virtuosi processi che ci possono consentire di sostenere, sempre più e sempre meglio, gli interessi legittimi dei nostri agricoltori».