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Nuova etichetta di qualità, arriva l’indicazione “prodotto di montagna”
di Angela Sciortino

prodotti di montagna

Un passo avanti nella valorizzazione e nella salvaguardia dei prodotti di origine animale, vegetale e per quanto concerne l’apicoltura. Secondo quanto reso noto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il decreto per l’utilizzo dell’indicazione di qualità “prodotto di montagna”.

L’etichetta facoltativa mira da una parte, a dare valore all’eccellenze montane del territorio, dall’altra garantisce, in termini di trasparenza e riconoscibilità, sostegno ad agricoltori e allevatori, benefici ai consumatori.  

Per il vice ministro Andrea Olivero, con delega all’agricoltura di montagna, infatti, «con questo provvedimento si intende completare il quadro normativo nazionale sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Si concretizza quindi – ha affermato – uno strumento efficace per gli operatori delle zone montane, che potranno accrescere la redditività facendo leva sulla riconoscibilità dei prodotti, e allo stesso tempo viene garantita maggiore tutela ai consumatori, che chiedono sempre più trasparenza e informazione». 

«Tale intervento – ha dichiarato invece il sottosegretario Giuseppe Castiglione – rappresenta una ulteriore leva di marketing oltre che un dovuto riconoscimento agli agricoltori di montagna, che assolvono al fondamentale compito di mantenere l’attività primaria in aree difficili e di tramandare la tradizione agroalimentare locale». 

L’indicazione “prodotto di montagna”, nello specifico, può essere applicata ai prodotti ottenuti da animali allevati nelle zone di montagna e lì trasformati, ai derivanti da animali allevati, per almeno gli ultimi due terzi del loro ciclo di vita in zone di montagna se i prodotti sono trasformati in queste zone e ai derivanti da animali transumanti allevati per almeno un quarto della loro vita in pascoli di transumanza nelle zone di montagna. Dunque, il criterio adottato nell’apporre l’indicazione è la valutazione del parametro di provenienza e la zona di allevamento, la montagna chiaramente. 

Inoltre, nel caso degli animali, ulteriori precisazioni vengono date per l’uso dei mangimi non prodotti in zone di montagna: la proporzione non deve superare il 75% nel caso dei suini, il 40% per i ruminanti e il 50% per gli altri animali da allevamento. Questi ultimi due parametri non si applicano per gli animali transumanti quando sono allevati al di fuori delle zone di montagna. prodotti-di-montagna-1

Per l’applicazione dell’etichetta ai prodotti dell’apicoltura e a quelli vegetali vale lo stesso parametro: la zona dove le api raccolgono il nettare e il polline e dove le piante vengono coltivate deve essere esclusivamente la montagna. Nel caso di prodotti, come erbe, spezie e zucchero, utilizzati come ingredienti nei prodotti di origine animale e vegetale, questi possono anche provenire da aree al di fuori delle zone di montagna, purché non superino il 50% del peso totale degli ingredienti. Mentre per quanto riguarda gli impianti di trasformazione, sia del prodotto animale che di quello vegetale, questi devono essere situati non oltre 30 km dal confine amministrativo della zona di montagna (per il latte e i prodotti lattiero-caseari ottenuti al di fuori delle zone di montagna in impianti di trasformazione in funzione dal 3 gennaio 2013, viene stabilita una distanza non superiore ai 10 km dal confine amministrativo della zona di montagna).

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«Con questo decreto – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – diamo, in particolare, rilievo alle produzioni montane per il loro valore non solo economico, ma sociale e di tenuta del territorio. Come Ministero abbiamo puntato con forza in questa direzione, mettendo in campo strumenti inediti per salvaguardare le produzioni certificate, combattere la contraffazione e aumentare le informazioni disponibili in etichetta. Premiare con la trasparenza chi produce qualità è il primo passo per tutelare le scelte dei consumatori e per sostenere l’attività economica virtuosa che l’Italia esprime. Su questa strada siamo decisi a continuare con determinazione».

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