(di Angela Sciortino) Prosegue l’azione di consolidamento e rilancio dell’Irvo, l’Istituto regionale del vino e dell’olio. Dopo il risanamento finanziario realizzato da una parte con una oculata gestione, e dall’altra attraverso iniziative di carattere legislativo, sono state ripianate quasi del tutto le passività contratte nel corso degli anni dall’Istituto (circa nove milioni di euro), oggi un nuovo passo è stato compiuto sul fronte del riavvio e del rilancio dell’attività dell’ente.
Per dimostrare di avere raggiunto gli standard richiesti dal ministero delle Politiche Agricole e dai suoi organi di vigilanza a un ente che si occupa di certificazione, è stato potenziato l’organico che si occuperà di effettuare i controlli nelle aziende agricole.
L’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera, il dirigente generale del dipartimento Dario Cartabellotta e il commissario straordinario dell’Irvo Alessia Davì hanno, infatti, sottoscritto un accordo con il quale 76 unità di personale interno, altamente qualificato, andranno a potenziare e implementare le attività di certificazione e controllo dei vini a denominazione d’origine (Do e Ig) e degli oli Dop e Igp Sicilia, per rendere un servizio migliore alle aziende del comparto vitivinicolo e oleario.
Inoltre, dopo che a Vincenzo Cusumano è scaduto il mandato ed è stato nominato capo della segretaria tecnica dell’assessorato regionale all’economia, nell’attesa di nominare il nuovo direttore, come reggente è stato nominato Michele Riccobono già alle dipendenze dell’Irvo da quasi trent’anni. Sarà lui, quasi sicuramente, a far uscire l’Irvo dal momentaneo impasse nel campo della certificazione facendosi carico di dimostrare entro il 30 novembre di avere raggiunto gli standard richiesti.
«Rispetto ai debiti contratti e non pagati del passato, di cui ci siamo fatti carico – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – abbiamo impresso un cambio di passo e un forte impulso all’attività di certificazione e controllo. Solo in questo modo l’Istituto potrà affrontare le sfide che il mercato globale ci sottopone, uniformandoci agli standard internazionali di certificazione. In armonia con i compiti istituzionali dell’Ente, vogliamo porre la giusta attenzione ai temi della ricerca e dell’innovazione, aspetti strategici da mettere a disposizione dei produttori isolani, per far ulteriormente crescere la qualità del nostro vino e del nostro olio nel mondo, oltre che del brand Sicilia».
«Già dalla primavera del 2018, per andare incontro alle esigenze delle aziende vitivinicole siciliane – aggiunge l’assessore all’agricoltura Edy Bandiera – abbiamo operato una politica tariffaria per i controlli e le certificazioni più favorevole alle imprese. Nel contempo sono stati ridotti anche i tempi medi di emissione dei certificati di idoneità, oltre a un notevole aumento dei controlli ispettivi, demandati dal ministero delle Politiche Agricole, a tutela e garanzia delle produzioni siciliane».
Controlli che, in poco più di tre mesi, hanno raggiunto una percentuale superiore al 91 per cento sul totale degli operatori sorteggiati per il 2019. In particolare sono state effettuate le seguenti verifiche: viticoltori: 1034 su 1034 (100 per cento); vinificatori: 16 su 108 (14,8 per cento); imbottigliatori: 195 su 200 (88,6 per cento); intermediari: 5 su 7 (71,4 per cento). Per un totale di 1.250 operatori su 1.369 pari al 91,3 per cento dei controlli previsti per quest’anno.