(di Angela Sciortino) «Bambole, non c’è una lira» diceva amareggiato in “Polvere di Stelle” l’impresario squattrinato alle ballerine dello spettacolo di varietà che aveva messo in piedi in economia. La stessa cosa risponde oggi l’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera al presidente della Cia della Sicilia occidentale che ha diramato un comunicato in cui esprime “forte preoccupazione per l’assenza di bandi del Psr sulle misure 11 e 13”, quelle cioè per l’agricoltura biologica e le indennità compensative per gli allevatori che operano in territori svantaggiati come le zone montane o quelle soggette a vincoli.
«Ho più volte dichiarato – ricorda Bandiera – che ad oggi non abbiamo la disponibilità finanziaria necessaria per emettere nuovi bandi relativi al biologico e all’indennità compensativa perché quando si è insediata l’attuale giunta di governo la dotazione finanziaria delle misure 11 e 13 era già stata interamente impegnata dal precedente Governo». La misura 11, all’origine della Programmazione, quindi nel 2013, aveva una dotazione finanziaria pari a circa 415 milioni di euro ed è stata tutta utilizzata, oltre che per il bando del 2016 che impegna all’erogazione dei premi per cinque anni, anche per far fronte al pagamento dei premi “trascinati” dalla precedente programmazione. Analoga dinamica ha avuto la misura relativa all’indennità compensativa.
Però l’assessore all’agricoltura rassicura: «Stiamo procedendo ad una riprogrammazione con le economie residue di alcune misure e le risorse ancora disponibili per gli ultimi bandi della programmazione da emettere. La rimodulazione, che dovrà essere autorizzata dalla Commissione Europea, non potrà che andare incontro alle diverse esigenze primarie dell’agricoltura siciliana».
L’allarme lanciato da Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia occidentale e vicepresidente regionale è fondato. Cossentino sostiene, infatti, che allevamenti e aziende agricole biologiche, senza le risorse del Psr sono alla canna del gas. Ciò dimostra, purtroppo, che la scelta del biologico per molti imprenditori agricoli è più una scelta di sopravvivenza che di strategia aziendale e produttiva. Difficilissimo, quindi, centrare entro il 2025 l’obiettivo cento per cento bio per l’agricoltura siciliana così come prevede il progetto di legge predisposto dal gruppo pentastellato dell’Ars e discusso alcune settimane fa dal tavolo di coordinamento “Stop gliphosate”.
Per molti agricoltori potrebbe essere, poi, una delusione sapere che, qualora la Commissione Ue desse l’ok alla revisione del Psr e alla rimodulazione delle risorse, il prossimo bando destinato alle aziende bio, non solo sarà molto più povero di quello del 2016, ma sarà indirizzato verso le aziende biologiche orientate al mercato.
Cossentino ha anche chiesto, non certo senza polemica, «che fine stiano facendo i 2,2 miliardi di euro destinati dall’Europa all’agricoltura siciliana e come stiamo spendendo questi fondi». «La Sicilia – ricorda il presidente della Cia Sicilia occidentale – è la regione d’Italia che ha avuto dall’Europa il maggior sostegno, è un’opportunità che in gran parte stiamo sprecando a discapito dei piccoli e medi imprenditori. Abbiamo il diritto di sapere e per questo chiediamo al governo regionale una rendicontazione fino a questo momento del Psr 2014-2020».
Piccata la risposta dell’Assessore Bandiera: «Mi colpisce che il vice Presidente di un’organizzazione di categoria così autorevole non sappia, nel dettaglio, che parliamo di un Psr che ha impegnato l’89% delle somme di cui il 26,7 già erogate agli agricoltori e sul quale, in piena trasparenza, possiamo dimostrare ogni centesimo impegnato ed erogato. Fattore questo che, tra l’altro, ha posto e continua a porre la Sicilia tra le prime regioni d’Italia per livello di spesa dei fondi comunitari raggiunto».