(di Redazione) Parte da subito subito la conta dei danni provocati da neve e gelo in un anno particolarmente funesto per l’agricoltura e la zootecnia siciliana, a causa del meteo avverso che ha interessato l’intero territorio regionale. Dopo le recenti alluvioni, per le quale i danni stimati ammontano ad oltre 400 milioni di euro e per cui si sta attivando il fondo di solidarietà europeo, adesso è la volta di neve e gelate.
Intere produzioni di ortaggi sono state distrutte la notte scorsa per la forte gelata che ha interessato tutta zona che da Licata arriva sino a Pachino. I maggiori danni nelle aziende agricole del Ragusano dove la temperatura arrivata sino a – 5 gradi hanno distrutto le produzioni di zucchine e pomodori. «La gelata di questa notte – dice Angelo Giacchi del comitato anticrisi dell’agricoltura siciliana – è il colpo di grazia per tutto il comparto serricolo. Non bastava la crisi dei prezzi e la virosi, ora pure la gelata che ha distrutto intere produzioni».
La neve non aiuta nemmeno la zootecnia con gli allevatori costretti ad alimentare direttamente gli animali visto che l’erba dei pascoli non è disponibile per mandrie e greggi coperta com’è dalla coltre nevosa.
«Abbiamo già allertato gli uffici e gli Ispettorati provinciali al fine di garantire e tutelare gli interessi degli agricoltori siciliani, ai quali esprimo la mia assoluta vicinanza», dichiara l’assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera. E continua: «Parte da subito il censimento dei danni per valutarne e verificarne sia la perimetrazione che l’entità in termini di percentuale sulla produzione lorda vendibile cosicché si possa la Giunta di Governo possa avanzare al Ministero per le Politiche Agricole la richiesta di declaratoria dello stato di calamità per le successive provvidenze che speriamo di potere ottenere. Gelo e neve che arrivano fino al mare costituiscono un evento assolutamente straordinario: faremo leva su queste ragioni e cioè sul fatto che si tratta di danni non assicurabili, per cercare di aggirare l’ostacolo della non risarcibilità».