(di Angela Sciortino) La vendita diretta e il Km0 si evolvono. Vanno a braccetto con la tecnologia senza dimenticare, allo stesso tempo, di curare il rapporto umano tra consumatore e produttore. Si chiama l'”Alveare che dice sì” la nuova frontiera degli acquisti online dei prodotti agricoli e agroalimentari. E il primo in Sicilia ha visto la luce a Palermo nel pomeriggio di ieri, 27 novembre.
Il sistema riscuote già successo in Francia, e in Italia a Milano e Torino. E a chi conosce un po’ le problematiche della vendita diretta sembra l’uovo di colombo. Quello presentato ieri con un party a base di pasta, biscotti, salumi, pane, olio, formaggi tutti prodotti in provincia di Palermo, non un è mercato del contadino come quelli che siamo abituati a frequentare.
La vendita con il passaggio di denaro avviene su una piattaforma online, mentre la consegna avviene di persona tra le 18,30 e le 19,30 di ogni martedì. Per l’Alveare “gestito” a Palermo da Marta Genova che è punto di riferimento – ma ben lontano dalla figura del coordinatore di un gruppo di acquisto solidale – produttori e acquirenti si incontreranno presso il locale “Officina Di Dio” di via Giuseppe Puglisi Bertolino, 25 poco dopo Piazza Sturzo.
Dieci i produttori che hanno aderito al progetto e cha hanno dovuto superare l’iniziale diffidenza nei confronti dell’e-commerce e del superamento del materiale passaggio di denaro contante dall’acquirente alle loro tasche. Ma anche in campagna ci si abitua alle novità, soprattutto se a condurre le aziende agricole subentrano i giovani che con il web, la moneta elettronica e le vendite on-line, hanno ormai frequenza quotidiana. E di giovani produttori ce n’erano tanti ieri alla presentazione ufficiale del progetto alla potenziale clientela di Palermo. Tutti orgogliosi di raccontare della loro azienda, dei processi produttivi e, perché no, anche delle difficoltà che incontrano a fare il loro lavoro.