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Natale in casa per il 93% italiani. In media 2,9 ore ai fornelli
di Roberta Mannino

Oltre 9 italiani su 10 (93%) hanno deciso di trascorrere il Natale nelle case, in famiglia o con i parenti e gli amici più stretti, sotto la spinta dalla preoccupazione per la risalita dei contagi e del diffondersi della variante Omicron. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ che evidenzia la tendenza a passare le feste tra le mura domestiche, cercando consolazione a tavola rispetto alle limitazioni agli eventi in piazza e all’impossibilità di fare le vacanze all’estero.

 

Il risultato è un aumento del 38% della spesa per il cibo rispetto allo scorso anno per un valore medio di 113 euro a famiglia – sottolinea Coldiretti – mentre la preparazione casalinga del pasto principale del Natale – continua la Coldiretti – sale a un tempo medio di 2,9 ore. Ma c’è anche un 9% di italiani che non si farà contagiare dalla passione per la cucina e ordinerà d’asporto o ricorrerà a piatti pronti portati da amici o parenti.

 

Se la stragrande maggioranza resta nelle case, l’arrivo del green pass rafforzato permette comunque a 3,5 milioni di italiani di tornare a festeggiare il Natale in ristoranti, agriturismi e pizzerie, anche se si tratta della metà rispetto al 2019, prima della pandemia.

 

Per quanto riguarda i prodotti più presenti sulle tavole, lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per otto italiani su dieci (84%), mentre il panettone con il 77% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 69% ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in quasi la metà delle famiglie (47%).

 

Ma con le specialità enogastronomiche tra i regali più gettonati del Natale 2020 le tavole si arricchiscono soprattutto dei prodotti regionali tipici della ricorrenza, come – spiega la Coldiretti – ci sono il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania.

 

Sono però’ oltre 4,8 milioni i poveri in Italia che per le feste di Natale sono costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari a causa della crisi economica legata al Covid,. Una emergenza affrontata grazie alla solidarietà con oltre 4 italiani su 10 (43%) che intendono partecipare a Natale ad iniziative di solidarietà, facendo beneficienza e donazioni secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. La Coldiretti, insieme a Filiera Italia, Campagna Amica e Codacons per aiutare le famiglie più bisognose piegate dal peso della crisi causata dall’emergenza sanitaria ha organizzato la distribuzione di circa mezzo milione di chili di cibi e bevande gourmet nella settimana di Natale per offrire a tutti la possibilità di mettere in tavola i migliori prodotti agroalimentari Made in Italy.

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