La Confederazione delle Piccole e Medie Industrie Privata Siciliana costituisce la filiera Unionalimentari siciliana eleggendo Presidentessa, Annalisa Spadola di Caffè Moak e Vice Presidente, Riccardo Damiano di Damiano Organic: due imprenditori di aziende leader a livello internazionale rispettivamente nel settore della produzione di caffè e di frutta secca biologica.
Secondo un’analisi condotta dal Corporate Marketing di UniCredit del marzo 2019, quindi prepandemia, l’agroalimentare siciliano valeva il 5,3% del pil. A trainare il settore le esportazioni e il biologico.
“Ed è proprio con questa consapevolezza che Confapi ha scelto di conferire la presi-denza regionale all’imprenditrice manager e proprietaria di Caffè Moak che deve il suo 30% di fatturato all’export e la vicepresidenza al manager e proprietario di Damiano Organic frutta secca prima azienda a produrre tutto biologico a far data dal 1964. Sono felice che la loro elezione sia stata decretata all’unanimità dall’Associazione e sono grata ad entrambi per aver scelto di lavora-re fattivamente insieme per far emergere l’immagine e il valore della Sicilia che eccelle. Ad Annalisa e Riccardo il mio personale in bocca al lupo e le mie più sentite congratulazioni”, dichiara il Presidente Dhebora Mirabelli.
“Sono molto felice di questo incarico e di rappresentare una delle filiere più importanti della nostra regione. Oggi più che mai la filiera enogastronomica siciliana gode di una grande attenzione da parte di tutto il mondo. Sono certa che, con il supporto del vicepresidente di Unionalimentari Riccardo Damiano, potremo dar voce ad un comparto che oggi, insieme a quello del turismo, rappresenta numeri in costante crescita e con una capacità di reazione durante e post pandemia invidiabili“, sostiene la neo eletta Presidentessa Unionalimentari Sicilia,
“Felice di dare il mio contributo alla rappresentanza delle aziende alimentari siciliane in Confapi, contiamo di avere un ruolo attivo nell’aggregazione tra imprenditori ed essere portavoce delle esigenze della categoria”, sottolinea il neoeletto vicepresidente Riccardo Damiano di Capo d’Orlando (Messina).
Durante la pandemia in Sicilia l’agroalimentare è stato uno dei pochi settori a reggere l’urto delle conseguenze economiche della pandemia e, anzi, ad aumentare il fatturato (dati rilevati dal rapporto InfoCamere – Movimprese di Unioncamere del marzo 2021).Il rapporto di fine 2020 dell’ISMEA, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, attraverso l’esame d’indicatori di redditività, solvibilità e solidità finanziaria, ha evidenziato che l’agroalimentare si conferma anche settore trainante per i prossimi anni della ripresa di tutto il Paese e che è proprio nel Mezzogiorno il numero più ampio di imprese che hanno dimostrato una più robusta capacità di resistere alla crisi. Basti pensare che rispetto allo stesso periodo del 2020, fra luglio e settembre 2021, si è verificato un aumento sia dell’indice della pro¬duzione che di quello del fatturato: per l’industria alimentare rispettivamente +5,8% (con picco a settembre) e +8% nel complesso (e +13% sui mercati esteri); per l’industria delle bevande rispettivamente +8,3% (con un picco di 11 % ad agosto) e +12% nel complesso (e +21% sui mercati esteri). Le esportazioni agroalimentari, inoltre, nello stesso periodo (terzo trimestre 2021) hanno superato i 12,5 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2020, crescono del +11,7% (dati riportati nell’ultimo trimestre 2021 dal Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia del CREA)
La costituzione della filiera Unionalimentari di Confapi Sicilia può rivelarsi funzionale e di supporto all’intero comparto non solo in vista delle risorse dedicate dal Piano Nazionale della Ripresa e Resilienza (PNRR) ma anche del suo fondo complementare dedicato ai suoi contratti di filiera e di distretto, che ha un valore pari a 1,2 miliardi.
“Ancora non riusciamo a rassegnarci alla bocciatura di tutti e 32 progetti presentati dalla Regione per il PNRR pari ad un valore di 360 milioni che potevano arrivare in Sicilia per contribuire all’in-novazione delle infrastrutture irrigue. Potevano essere una chiave di volta per coniugare tutela ambientale e competitività del settore agroalimentare locale su di un mercato sempre più globa-lizzato. Sono situazioni che non devono più ripetersi in futuro, per questo, ci rafforziamo e come sempre, facciamo scendere in campo le nostre migliori e più performanti esperienze e competen-ze dell’industria privata. Crediamo fortemente nel confronto e nel dialogo tra pubblico e privato. La crisi ha reso ancora più evidente che non esiste trade off tra obiettivi di sviluppo economico e sostenibile e obiettivi di tutela della salute pubblica e, di conseguenza, personalmente ritengo sia incosciente quella politica siciliana che si ostina a non sedersi al tavolo con imprenditori e imprese di successo e socialmente responsabili per agire operativamente e pianificare investimenti e piani di intervento efficaci e vincenti considerato che sono e saranno loro a garantire la crescita del nostro Pil e della nostra occupazione!”, conclude la Presidentessa Mirabelli.