(di Angela Sciortino) Troppi appetiti, troppe lentezze, troppi intoppi sulla misura 4.1 destinata agli investimenti più gettonata del Psr e che sta creando scompiglio tra imprenditori agricole e progettisti. Il governatore Nello Musumeci ha incontrato ieri pomeriggio, lunedì 8 ottobre, nel Palazzo della Regione a Catania, i capi dei nove Ispettorati provinciali dell’agricoltura. Presenti anche l’assessore al ramo Edy Bandiera e il dirigente generale del dipartimento, Carmelo Frittitta. «Voglio ascoltare direttamente dai vertici burocratici – aveva spiegato il presidente della Regione annunciando l’incontro – le difficoltà operative e determinare ogni iniziativa che possa assicurare agli imprenditori agricoli, e agli utenti in generale, un servizio efficiente nel più breve tempo possibile».
L’incontro di Catania ha seguito in ordine di tempo l’audizione in 3a Commissione Ars dell’assessore regionale per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca mediterranea in merito alle criticità attinenti alla sottomisura 4.1 del Psr Sicilia 2014-2020 (Sostegno a investimenti nelle aziende agricole) che si è svolta lo scorso 3 ottobre. In quella occasione alcuni imprenditori agricoli (ma non le loro rappresentanze ufficiali) hanno manifestato l’esigenza di utilizzare la graduatoria già definita per utilizzare le risorse destinate alla misura dal Psr. Circostanza che escluderebbe la possibilità di emettere un nuovo bando la cui pubblicazione era attesa entro dicembre prossimo per via del fatto che la dotazione residua della misura è estremamente limitata. «In Commissione – spiega l’assessore all’agricoltura Edy Bandiera – i gruppi parlamentari hanno manifestato la volontà di soddisfare entrambe le esigenze. Da un lato far scorrere il bando per finanziare quante più aziende possibili, dall’altro procedere all’emissione di un nuovo bando, che però deve necessariamente passare attraverso il reperimento di nuove risorse, considerato che sulla misura residuano soltanto 27 milioni di euro, insufficienti per un nuovo bando».
E a chi aveva sperato nella promessa di adottare criteri di selezione che non facessero fuori le piccole imprese, Bandiera assicura: «La volontà del governo è quella di procedere con l’emissione di un nuovo bando che, a fronte del massimale di 5 milioni di euro del bando del precedente governo, abbia un massimale certamente più basso, più rispondente alle reali esigenze del tessuto produttivo siciliano e che consenta l’accesso ad un numero maggiore di aziende beneficiarie. In Commissione è emersa la possibilità di reperire fondi extra Psr passando attraverso una rimodulazione dei fondi del Patto per il Sud, visto che potrebbero non essere spesi interamente per mancanza di progettualità da parte dei Comuni».
Nella interminabile querelle sui fondi del Psr, e in particolare quelli della misura 4.1, si inseriscono anche le polemiche dei progettisti. Gli agronomi della provincia di Palermo in una riunione che si è svolta lo scorso 4 ottobre nell’Aula magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Agroalimentari e Forestali dell’Ateneo palermitano, tra le tante criticità, hanno messo in evidenza che alcune domande sono state escluse sulla base di motivazioni decisamente discutibili visto che hanno fatto riferimento a disposizioni non pubblicizzate e successive alla formazione della graduatoria. Cambiando le regole, insomma, mentre il gioco è in corso. «Nessuna responsabilità del Dipartimento Agricoltura che ha regolarmente pubblicato e divulgato sul sito istituzionale tutti gli atti propedeutici alla gestione della misura», dichiara l’assessore. «A riprova di ciò – continua Bandiera – le motivazioni dei pochi ricorsi ad oggi depositati presso gli uffici del Dipartimento, che non lamentano alcuna mancata pubblicazione della documentazione esplicativa relativa all’istruttoria delle pratiche».