Lo scorso 23 maggio, all’indomani dell’interruzione del lockdown, il coordinatore regionale per il comitato promotore delle Zone Franche Montane (Zfn) , Vincenzo Lapunzina, aveva ancora una volta rivolto l’appello all’Anci (l’associazione nazionale dei comuni) con una lettera al presidente Leoluca Orlando., ricordando l’urgenza di varare questi ambiti territoriali in Sicilia. Azione indispensabile per favorire il rilancio del sistema sociale ed economico delle aree montane con adeguati incentivi alle attività produttive, unica soluzione per contrastare il fenomeno di desertificazione sociale ed economica a cui assistono da oltre 20 anni. E, in questa specifica fase, anche per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus.
Una sollecitazione però non ancora raccolta dall’Assemblea regionale siciliana, visto che nel Documento di economia e finanza regionale (Defr), redatto per il 2021-2023, di Zfn nell’isola non si fa cenno. Una situazione che ha indotto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè a ricordare all’assemblea l’urgenza del tema: “L’istituzione delle Zone franche montane in Sicilia – ha detto Micciché – è necessaria se vogliamo evitare che le aree interne dell’Isola rimangano completamente prive di ogni attività imprenditoriale. Ricordo che lo scorso mese di dicembre l’Assemblea regionale siciliana ha approvato un’apposita legge-voto, trasmessa al Parlamento nazionale che ha iniziato il suo percorso in Senato. Pertanto, – conclude Miccichè – invito il governo regionale ad inserire le Zfm nel Documento economico finanziario regionale al fine dì prevederne le specifiche ricadute sul piano macro-economico”.