A deciderlo è stata la commissione giudicatrice che ha esaminato i dossier delle candidature dei Comuni di Montespertoli (Firenze) e Canelli (Asti) pervenuti alla segreteria dell’Associazione Nazionale.
Menfi, in provincia di Agrigento, sorge lungo la costa sud occidentale della Sicilia, tra l’area dei templi dorici di Selinunte e l’area degli scavi archeologici di Eraclea Minoa. Terra di vino, olio, mare e turismo, Menfi è la Città Italiana del Vino 2023, succedendo a Duino Aurisina, in provincia di Trieste. Il passaggio di consegne è avvenuta lo scorso 20 novembre al congresso di Sistiana nell’ambito della Convention d’Autunno delle città del Vino.
Sabato 18 Febbraio alle 10:30 presso la nuova cantina di Mandrarossa è avvenuto l’avvio delle attività, appuntamento incentrato su diverse tematiche legate ai territori e alla valorizzazione dei prodotti vitivinicoli, delle progettualità e della promozione del territorio.
Sono stati presenti i sindaci delle Città del Vino del territorio siciliano, le cantine del Belice e i ristoratori. “Menfi è da sempre terra di vino – racconta il sindaco Marilena Mauceri – simbolo di un areale che ritrova nella DOC Menfi tutti gli elementi per un grande racconto del territorio. Questo riconoscimento non è punto di arrivo ma vuole generare un rilancio di questa straordinaria comunità che proprio nel vino ha trovato un punto di riferimento economico e sociale sul quale costruire il proprio futuro”.
La Denominazione di Origine Controllata di Menfi è stata creata nel 1995 e comprende non solo l’intero territorio del comune ma anche parti dei comuni di Sciacca e Sambuca di Sicilia e Castelvetrano, in provincia di Trapani.
In antichità sorgeva l’antica Inyco, nota produttrice di vini la cui “eccellenza” sottolineava la tradizione millenaria del succo d’uva, sviluppata sia all’epoca della colonizzazione greca di Selinunte ma documentata anche durante il periodo di Roma imperiale.
Negli anni Novanta, durante l’avvio della moderna enologia isolana, Menfi è stato il laboratorio del cambiamento della viticoltura siciliana.
Nel 1995 arriva il riconoscimento con la Doc MENFI e nel giro di qualche anno nel paese belicino nascono nuove cantine. Oggi quasi dieci in totale, ma soltanto tre di queste utilizzano la denominazione riconosciuta.
La zona geografica è il risultato della combinazione e dell’interazione dei terreni tipici del territorio (pianure alluvionali, terrazzi marini, versanti e colline argillose e calcari marnosi) e dei suoli (calcareo, limoso, argilloso, medio impasto, sabbioso oltre che tutti i suoli misti naturalmente) e costituiscono un paesaggio unico.
Il clima è naturalmente tipico mediterraneo e la temperatura è costantemente al di sopra dello zero termico, anche nel periodo invernale. Le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunno e invernale, estati calde e siccitose ma adeguatamente ventilate e soleggiate determinando così un ambiente particolarmente favorevole alla coltivazione della vite.
Quali sono i vini tipici di questo territorio?
Tra i bianchi minerali che sanno di mare e vento e rossi intensi e strutturati grazie alle sue colline. Quello di Menfi è un territorio che predilige i bianchi ma anche i rossi hanno la loro importanza. Troviamo i prodotti e le varietà autoctone (Inzolia, Catararatto, Grecanico, Nero d’Avola) ma troviamo anche i vini internazionali (Chardonnay, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot).
Sia bianchi che rossi, sono caratterizzati da aromi floreali e fruttati e con una giusta sapidità al palato.
“La Capitale italiana del Vino, efficace iniziativa intrapresa da Città del Vino – commenta Angelo Radica, presidente dell’Associazione nazionale Città del Vino – è un riconoscimento in grado di creare condivisione, ricadute economiche e sociali sul territorio, avvicinare il grande pubblico ed i giovani in particolare, alla cultura del vino di qualità di questo grande territorio“.